Vi sfido a dare una definizione alla musica dei 2Pigeons senza scadere in una formula che sia restrittiva. Finirete per buttarle giù un po’ tutte senza riuscire a scegliere: trip hop, downtempo, dubstep, industrial, electro… In Retronica la sfida si fa più dura: ad entrare in gioco ora sono anche jazz, rock e suoni lontani.
Superata da un pezzo la soglia degli ‘anta, i protagonisti di questo nuovo romanzo di Fabio Bartolomei (di cui abbiamo già parlato in occasione della sua opera prima uscita sempre per i tipi di e/o), La banda degli invisibili, sono dei felici modelli della spesso compianta commedia all’italiana.
La storia è piena di donne che hanno dedicato la loro vita alla costruzione di qualcosa che ritenevano migliore, così come l’editoria è piena di volumi che ne cantano le gesta. Eppure la personalità di Haydèe Tamara Bunke Bider ha un qualcosa di speciale, di carismatico, di fortemente attrattivo che potrebbe coinvolgere in pieno il lettore, ma che si ferma ad un livello precedente per le modalità con cui è presentata.
Undici racconti incentrati sulla “bestia” più complessa e imprevedibile esistente; un mix pericoloso di istinto e irrazionalità difficile da domare, incapace di rispettare le canoniche classificazioni di comportamento: l’uomo.
In molti si chiedono se esista un modo per risolvere i piccoli problemi di coppia che ci angosciano le giornate, io l’ho trovato! ÈIl Metodo Sticazzi in Amore del collettivo Carla Ferguson Barberini.La lettura di questo libro è stata illuminante.
Alla fine ci sono riusciti. A ripetere la storia dell’Uomo Ragno così tante volte da renderlo un mito ricorrente. Ad accostare la ciclicità di Sisifo alla ridondanza del supereroe americano. Un teorema postulato da quasi trent’anni, ma che al pari del bosone di Higgs solo oggi ha avuto una effettiva dimostrazione.
Diego è nato in uno di quei quartieri popolari ai margini della città, dove puoi scegliere solo tra due strade. La prima è quella del lavoro duro e del sapersi accontentare. La seconda è quella dei piccoli furti, dello spaccio e poi chissà.
[IL_7 SU…] Christian Muela, zitto-zitto, con la sua aria esotica, di chi soffiando nel suo strumento esplora i segreti che la Madre Terra gli trasmette con le sue roots, sa farsi gli affari suoi.
Possono non esserci molte cose più difficili che essere una bandonesta. In che senso, dite? Pensateci: avere un’immagine ( e – che non è la stessa cosa! – un immaginario) senza diventare degli sparapose da competizione; prendersi tutta la fatica di scrivere per creare un contatto con l’esterno senza mai tradire il principio di urgenza, verità e qui-e-ora, epperò ambire a vivere di questo come di un lavoro senza mai porsi come messia calati dal cielo per svolgere missioni per conto di Dio; avere uno stile, ma non essersi mai potuti (né voluti, né vivaddio dovuti) agganciare a questo o quell’estemporaneo fiumiciattolo modaiolo per avere altre orecchie all’ascolto.
Ci sono dischi che nascono nell’intimità di una stanza, mentre qualcuno giocherella con una chitarra, altri che nascono per strada mentre si osserva il mondo, in entrambi i casi se le note vengono dal cuore sono un viaggio nell’anima di chi l’ha scritto. Sicuramente To The Tremendous Road rientra in quest’ultimo caso.