Già vincitore nel 2010, alla 67ima Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Nuovi Orizzonti con la sua nuova fatica Coming Attractions, Peter Tscherkassky è sicuramente un pilastro del cinema d’avanguardia austriaco.
Dopo “In the wake of Poseidon”, visionario seguito di “In the court of the Crimson King”, di cui in buona sostanza replicava la struttura, i King Crimson rimasero un’identità slabbrata ed evanescente, priva di un vero gruppo da portare in una qualche tangibile tournèe.
ROMA- In un mondo che si attarda sull’ideologia del postmoderno proponendoci assaggi e spigolature, ma spesso perdendo il senso complessivo di una progettualità che ci porti fuori dalle secche, entrare al numero 40 di Viia di Monserrato, a Roma, dov’è la The Gallery Apart, e prendere contatto con le visioni di RetroPhuture, l’ultima mostra di Fabrizio Passarella significa offrirsi un’immersione in un progetto magari solo artistico, ammettiamolo, ma che del post-moderno si pone come summa spingendo anche per un suo superamento, sull’onda di quel digitale che forse i giovani a volte utilizzano con poca consapevolezza storica.
BERGAMO- No, state pure tranquilli, e non vi esaltate; questo articolo non è una celebrazione di voi che stipate dentro casa DVD, CD e libri che poi non ascoltate o leggete mai perché troppo presi dalla burocrazia; e neanche ci rivolgiamo a voi che riempite ogni mensola e nicchia dell’appartamento di oggettini, playmobil, o giocattolini di plastica colorata perché vi consentono chissà come l’ancoraggio agli anni ’80.
Innanzitutto complimenti per la vittoria nella sezione dj del MArteLive, davvero un ragguardevole risultato! Riprendendo una categoria usata su YouTube in cui molti gruppi amano auto-incasellarsi, volevo chiederti: la musica che componi o remixi tu è terapeutica e di facile ascolto? Mah io la metterei nel mezzo… diciamo ottima come terapia antistress e più che di facile, di piacevole a-scolto, poiché riesce a trasmettere una scarica di adrenalina continua…
Anche se uno o una non ha le idee chiare e non sa a che porta bussare, a fargli compagnia c’è l’impressione che ci sia giusto il tempo di sbirciare qualche giornale per la ricerca di lavoro, prima di tornare di corsa a crucciarsi.
La mostra collettiva Speculative, allestita al LACE-Los Angeles Contemporary Exhibitions, dal 16 Giugno al 28 Agosto 2011, é da considerarsi un prodotto di quel periodo, allegramente segnato da crack finanziari, licenziamenti a catena e catastrofi ambientali, olè! Ma stoppiamo subito la catena della nostalgia, perché anche oggi, se solo volessimo tirarci su con queste amenità, avremmo l’imbarazzo della scelta, tra crisi, catastrofi nautiche e primarie palermitane del PD mezze truccate.
Non è certo da quando è uscito in tutto il mondo il suo “New Blood” che Peter Gabriel può essere considerato un papa della musica contemporanea, ma in questo momento in cui si parla soprattutto della vena intimista che lo ha condotto a rivisitare in chiave orchestrale i suoi vecchi successi, può fare uno strano effetto ritornare su quegli album classici con cui ha costruito la sua carriera solistica.
Tra fine 80’s e inizio 90’s nel mio quartiere era, parlando di street soccer, un’ala guizzante, anarchica, fisicamente esuberante, che appena possibile tentava la rovesciata, ma veniva chiamato Ciccio o Cicius, e con noi formava, immodestamente, una coppia esplosiva, ma stavolta dobbiamo accontentarci di parlare di Gigius, che pure non è poco.
Al di là dei continui richiami alla fisica quantistica, nel telefilm di fantascienza Quantum Leap, da cui prende il nome la galleria situata nel quartiere Monti, al numero 122 di Via Urbana, è un principio benefico quello che guida le peregrinazioni di Sam attraverso il tempo, di volta in volta ospitato dal corpo di un individuo diverso.