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Futurismo contemporaneo

Siamo partiti da Marinetti e dal suo Futurismo di inizio secolo scorso e siamo approdati al presente di Rosso Trevi.
Siamo lontani dal voler a tutti i costi esprimere un’opinione positiva e negativa sui gesti estremi e sulle estremizzazioni dei gesti per attirare l’attenzione o per svegliare le coscienze: la nostra non è una valutazione politica o antropologica, ma solo l’apertura dello spazio mentale alle proposte di una mente altrui, perché tutto ciò che nasce nella coscienza e si manifesta agli altri in una espressività più o meno coincidente con i nostri gusti, o anche solo che ci incuriosisce e ci impone delle domande è una manifestazione d’arte in potenza. Da qui gli approfondimenti.
Quando ci siamo chiesti se, toccare un tema come il Futurismo nell’immaginario collettivo legato a doppia cordata con la Destra nazionale, non fosse un guaio dal punto di vista politico e sociologico, che ci avrebbe etichettati come “di parte” (e di quale parte poi sarebbe davvero interessante approfondire, un giorno…), ci siamo risposti che noi, in questo magazine dell’arte emergente e non solo, non facciamo politica neanche in maniera subliminale, noi ci limitiamo a parlare liberamente di quello che amiamo e che vorremmo davvero fosse alla portata di tutti: e cioè la cultura e, conseguentemente, tutti i settori artistici che la alimentano.

Quindi, agli amanti della par condicio diciamo che se il problema è dare spazio a tutti, noi siamo aperti a tutto, mentre a chi si professasse un “purista”, ricordiamo che le contaminazioni sono la vera fortuna dell’ispirazione personale e di gruppo.
Buona settimana.

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