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E 100!

Federico Ugolini

Federico Ugolini

No, quando abbiamo cominciato, forse non ci credevo così tanto da pensare che un giorno avrei festeggiato con una folta schiera di fedeli lettori, anche un numero 100. Mi sbagliavo, per fortuna.

Delle riunioni della prima ora, a parte il fumo, il vino di quello che capita, un letto pieno di coperte e vestiti, il caos ordinario di una stanza da letto in affitto e degli “shhh, che vogliamo dormire”, ricordo le risate, la voglia di fare, l’idea di portare una ventata d’aria nuova, di trovare qualcosa che ancora non era venuta in mente a nessuno.
Ricordo gli interminabili silenzi nel tentativo di trovare gli argomenti portanti.
Ricordo le risate e le nottate a pensare ad un nome che fosse “figo”, nostro, che ci ricordasse chi siamo, dove siamo e dove andiamo.
Ricordo il nostro primo Premio Tenco, a cui per affezione collego la nostra nascita.
Ricordo l’emozione di pensare che forse, per la prima volta, stavo facendo qualcosa che amavo.
Ricordo il primo compleanno (che poi è proprio a ridosso del mio) e il fatto di essermi sentita così “mamma” tra le righe.
Ricordo la prima festa rock’n’roll, il primo manifesto, il primo libro che ho recensito, il primo disco, la paura di non essere all’altezza (è umana la paura di sbagliare).
Ricordo il primo cambio di piattaforma e l’archivio diroccato che non aveva retto all’emozione di ritrovarsi in un mondo virtuale più grande, più accogliente e più adatto alle nostre esigenze, tanto da farsi prendere dal panico e da sfasarsi tutto, completamente, costringendomi a nottate insonni per fare ordine nel caos.
Ricordo quanto è stata dura farsi conoscere dagli addetti ai lavori, quanto è stato pesante pensare di non essere letti abbastanza, ma quanto è stato bello scoprire che lavorare con passione, anche con tre ore di sonno sulle spalle, non pesa poi così tanto.
Ricordo anche le liti, i “corri corri che non si fa in tempo”, le lotte per le fotografie da pubblicare, i passaggi epocali dei cambiamenti grafici e di impostazioni che tanta ansia, ancora, mi mettono nel cuore. E ricordo che all’ultimo numero di Natale ho pensato: “Arriva il numero 100, ci serve qualcosa di speciale per festeggiarlo degnamente”, e allora abbiamo cominciato a pensare che forse, eravamo diventati grandi abbastanza per andare a “vivere” da soli, distaccandoci da papà MArteLive, a cui tanto dobbiamo e a cui rimaniamo comunque legati in modo profondo. Da bravi figli, ci siamo trovati una casa nuova, accogliente e l’abbiamo riempita dei mobili che ci piacciono di più, senza dimenticare le radici dalle quali proveniamo. Ci siamo presi la briga di pensare che possiamo crescere ancora di più e che con l’impegno di tutti, possiamo creare ancora del buono. Abbiamo salutato gli amici che ci accompagnano da sempre e abbiamo preso sotto braccio amici nuovi.
E siamo qui. Festeggiamo con voi i nostri sforzi e i vostri “Mi piace”, il nostro tentativo di combattere i tempi difficili ed il vostro entusiasmo, le nostre idee e i vostri suggerimenti.
Siamo ancora qui, siamo sempre qui, è questo ciò che conta. Non vi resta che leggere, noi di smettere di scrivere non ne abbiamo proprio l’intenzione…
Grazie a tutti!!!

Edyth Cristofaro
Caporedattore MArteMagazine
Foto di Federico Ugolini

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