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Conse, NANANA è il singolo che racconta una storia indimenticabile

Conse è il progetto musicale di Giacomo Clementi Chiavari e Jacopo Dominici, due giovani artisti originari di Todi (PG) che arrivano dal blues rock e che nel 2018 hanno deciso di reinventarsi dando vita a questo progetto. Il 17 aprile è uscito NANANA, il nuovo singolo di Conse pubblicato per Labella Dischi, un brano scritto “per rifugiarsi nel passato di una storia indimenticabile”, come loro stessi affermano.

 
Conse è il nome del vostro progetto musicale, ma è anche un omaggio al celebre monumento della Consolazione simbolo di Todi, la vostra città. Siete molto legati alle vostre origini?
 
Sì, sicuramente siamo molto legati e affezionati alle nostre origini. Todi, oltre ad essere il posto in cui viviamo tutti i giorni, è stata anche da sempre il luogo in cui abbiamo mosso i nostri primi passi musicalmente parlando, anche per questo abbiamo scelto di omaggiarla con il nostro nome d’arte. 
 
Il progetto Conse nasce dopo un percorso di 5 anni in una band blues rock. La caratteristica delle prime produzioni è stata la semplicità, con un portatile e un microfono avete iniziato a produrre canzoni conquistando subito il pubblico con l’EP “Si farà giorno”. Com’è stato il passaggio da una formazione con 5 elementi a un duo?
 
Il passaggio da 5 elementi a un duo è venuto naturale visto che inizialmente è nato tutto per caso e da subito abbiamo provato a ragionare in che modo potessimo comporre pur essendo solamente in due. Fortunatamente oggi la tecnologia permette anche questo e le prime produzioni realizzate nel 2019 sono uscite spontaneamente e senza difficoltà e, seppur “amatoriali”, ci hanno dato molte soddisfazioni.
 
Il 17 aprile è uscito NANANA, il vostro nuovo singolo prodotto per Labella Dischi che tratta un tema comune a molti: la nostalgia, spesso accentuata da una canzone che rievoca un ricordo o una sensazione. Dal vostro punto di vista qual è il ruolo della musica nella gestione dei sentimenti?
 
La musica sicuramente ha un ruolo importante nella gestione dei sentimenti, ma forse più che gestirli li accompagna. Spesso ad esempio se siamo giù di morale tendiamo comunque ad ascoltare musica adatta a quel mood rifiutando quella più allegra e viceversa. 
Sia che si tratti di musica più impegnata e profonda, che più spensierata e volta a divertirsi e a ballare, la musica è comunque letteralmente la colonna sonora adattabile alla vita di chiunque, la vediamo dunque più come un accompagnamento delle emozioni che un qualcosa che aiuti nella loro gestione. 
 
 
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 foto di Luca Giulivi e Nicola Giulivi
 
 
Se doveste scegliere un aggettivo, quale attribuireste a questo singolo e perché?
 
Diremmo leggera, ma non riferendoci allo stile o al genere in particolare, quanto più a quello che abbiamo cercato di trasmettere attraverso essa. 
Infatti “NANANA” parla della nostalgia dei ricordi, di momenti irrecuperabili se non attraverso la memoria, ma comunque persi fisicamente nel tempo, ma cerca di farlo con leggerezza, spensieratezza, quasi ringraziando di avere la possibilità di ricordarli perché sono l’unico mezzo con il quale far rimanere viva e accesa una storia ormai finita. 
E poi “dodecafonica”, che non c’entra nulla, ma effettivamente ci piaceva l’idea di utilizzare questa parola da qualche parte. 
 
In “NANANA” c’è il riferimento a una storia indimenticabile. In ambito musicale che rapporto avete con il passato? Quali sono gli artisti a cui vi siete ispirati?
 
Abbiamo un legame molto stretto con la musica del “passato”, non troppo lontano ma comunque parliamo di musica estera di 20, 30, massimo 40 anni fa: Red Hot Chili Peppers, Police, Smiths, Nirvana, senza tralasciare quella più moderna. 
Comunque non ci ispiriamo ad artisti particolari lontani nel tempo, ma probabilmente siamo dell’idea che ogni cosa che ascoltiamo o che abbiamo ascoltato ci abbia portati implicitamente e inconsapevolmente a scrivere i nostri brani.
 
In questo momento di forti limiti come state continuando a portare avanti la vostra musica? 
 
Fortunatamente al di là delle difficoltà del momento, siamo riusciti a portare avanti la nostra musica, semplicemente per il fatto che ciò che sta uscendo in questi mesi con Labella è frutto di un lavoro che abbiamo svolto tempo prima con molta dedizione da parte di tutta la squadra e ora stiamo raccogliendo i risultati sperati. Per quanto riguarda invece la scrittura di nuovi brani da casa è sicuramente più difficile, perché essendo abituati a scrivere e comporre sulla base di ciò che viviamo e che ci circonda ogni giorno, essere continuamente dentro casa è stato limitante in questo senso, ma avremo sicuramente tempo e abbiamo ancora molte cose da far ascoltare. 
 
L’artwork del singolo, realizzato da Nicola Giulivi, rappresenta l’immagine sfocata di una donna. A mio parere, lascia spazio a una duplice interpretazione tra passato e futuro: un ricordo non ancora svanito e un futuro che deve ancora diventare nitido. Il vostro futuro cosa prevede?
 
Ci fa veramente piacere vedere che sia stata notata una delle sfumature di questo artwork che rappresenta benissimo l’anima della nostra canzone.
Comunque il progetto è nato da poco, ma abbiamo in mente altre canzoni da far uscire singolarmente come NANANA e probabilmente un album. Ancora non sappiamo dire con certezza cosa ci riserverà il futuro ma di certo puntiamo in alto.
 
 
 
 
 
 
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Artwork di Nicola Giulivi
 
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conse, Intervista, musica, nanana

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