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Carnevale: ogni scherzo vale!

[STORIA]

Il Carnevale, così come lo conosciamo risale al Medioevo, anche se le origini vere vanno ricercate nelle antiche feste romane dei Saturnali. Questa festività era dedicata all’insediamento del Dio Saturno, si svolgeva nel periodo di fine dicembre e aveva la particolarità di veder sovvertito l’ordine sociale vigente. Infatti gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente degli uomini liberi, e come questi potevano comportarsi; veniva eletto, tramite estrazione a sorte, un princeps -una sorta di caricatura della classe nobile- a cui veniva assegnato ogni potere e che era in genere vestito con una buffa maschera dai colori sgargianti, tra i quali prevaleva il rosso (colore degli dei).

Era la personificazione della divinità inferica preposta alla custodia delle anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e dei raccolti. In epoca romana si credeva che tali divinità, uscite dalle profondità del suolo, vagassero in corteo per tutto il periodo invernale, quando cioè la terra riposava ed era incolta a causa delle condizioni atmosferiche e dovevano quindi essere placate con l’offerta di doni e di feste in loro onore, nonché indotte a ritornare nell’aldilà, dove avrebbero favorito i raccolti della stagione estiva. Il princeps era quindi un precursore del personaggio di Carnevale (il fantoccio che viene bruciato l’ulitmo giorno di Carnevale) che, tutt’oggi, in alcune città italiane, dopo aver preso parte a tutte le manifestazioni di allegria e baldoria viene immolato proprio come il Re dei Saturnali all’epoca.

Nel periodo successivo al Medioevo, il Carnevale subì pesanti attacchi da parte della Chiesa che cercò di sopprimere questa festa pagana, che divenne una anticipazione e compensazione del periodo di penitenza cristiano, che è la Quaresima, periodo in cui sarebbe vietato mangiare carne ed altri alimenti che accendono i sensi, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui il Carnevale rappresenta un momento ludico e divertente, soprattutto per i più piccoli.

Per quanto riguarda la storia delle maschere tradizionali, la loro nascita fa capo al fenomeno teatrale fiorito in Italia nel XVI secolo, noto come “Commedia dell’Arte” o “Commedia a soggetto”. Questo tipo di spettacolo sostituì tout court la commedia erudita del quattro-cinquecento, ma non soltanto la commedia: infatti anche molte tragedie e pastorali furono invase dalla presenza delle maschere. Le “maschere”, infatti, finirono per diventare una sorta di ingenua ed innocua rivincita concessa dalla fantasia popolare all’umile nei confronti del potente. Innumerevoli sono le rappresentazioni che hanno come tema il contrasto tra il servo zotico (lo “Zanni”) e il vecchio padrone (il “Magnifico”). La fortuna del contrasto ha fatto sì che il personaggio dello Zanni subisse delle continue modifiche, arrivando a caratterizzarsi sempre di più e a rendersi sempre più simpatico e divertente: tra le più famose varianti al tema dello Zanni ricordiamo: Arlecchino, Brighella e Pulcinella. Mentre tra le varianti del Magnifico ritroviamo Pantalone e il Dott. Balanzone.

Tutti questi straordinari personaggi sono riusciti a sopravvivere alla morte del teatro al quale pur debbono la vita, proprio perché riconosciuti degni di rappresentare ciò che di più caro le città italiane avevano nel cuore, e cioè le tradizioni domestiche, la parlata popolaresca, lo spirito delle antiche cose, oltre che le caricature divertenti di vizi e difetti degli esseri umani.

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