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Crepacuore torna sui palchi della Capitale

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[TEATRO]

Crepacuore2ROMA- Vincitore della sezione Teatro del MArteLive nel 2011, lo spettacolo Crepacuore è tornato sui palcoscenici romani del Teatro Lo Spazio e Teatro Ambra alla Garbatella, rispettivamente 13-14 e 26 marzo 2012, raccogliendo ancora una volta l’ovazione del pubblico della Capitale.

Forte del successo maturato a Catania, dove ha ricevuto il premio come Miglior Spettacolo e il premio della critica nel Festival Teatri Riflessi e a Napoli a La Corte della Formica dove ha ottenuto quello di Miglior Spettacolo e Migliore Attrice, lo spettacolo del collettivo artistico Industria Indipendente, firmato Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, è la versione lunga della storia di Maria, interpretata dall’eccezionale Diletta Acquaviva, la quale in un intenso e commovente monologo racconta al pubblico le vicende della sua famiglia.

Come nel primo spettacolo del collettivo, 8.10.88, di cui vi abbiamo parlato qualche numero fa, al centro della storia c’è un personaggio che ruota attorno ad un nucleo famigliare particolarmente articolato: Maria, figlia di una prostituta, è a sua volta una giovane prostituta che vive in un paese qualsiasi della Puglia e lotta tra il rifiuto e il disprezzo dei suoi concittadini. Suo nonno trascorre le giornate seduto davanti il televisore a contemplare le bellezze oscene che passano nelle trasmissioni porno.
Seduta di fronte al pubblico, Maria ha in mano un barattolo di vetro contenente delle ciliegie, che mangia una ad unaCrepacuore1 mentre racconta dei suoi insuccessi in amore. Il racconto della protagonista è leggero e intenso al tempo stesso, la prostituzione e l’amore si mescolano nella sua vita come due recipienti di una torta, liberamente e naturalmente, proprio come la vita di Maria. Il monito materno riecheggia nella sua mente che lo trasforma in parole pronunciate ad alta voce: “Mia madre diceva sempre: Marì impara il cuore e mettilo da parte, non si sa mai che un giorno ti serve veramente”.
Maria si innamora di un giovane del suo paese, si fidanzano e Maria vive la sua prima storia d’amore, che però termina con un tradimento. Le ciliegie cominciano a scarseggiare nel suo barattolo di vetro, così come il racconto esilarante accenna ad intensificarsi di momenti poco ludici ma sempre posti sul gradino della comicità. Il monologo è incalzante, il forte accento pugliese rende plausibile e vivido lo spettacolo agli occhi del pubblico, il quale si trova a fare i conti con le foto di 3 cadaveri cosparse sul pavimento del palco, quelle dei suoi familiari: un infarto, proprio nel momento dell’ennesima estasi eiaculatoria davanti al televisore per suo nonno, mentre sua madre e suo fratello muoiono in circostanze poco chiare.
Nonostante la triste vicenda con cui si chiude lo spettacolo, il dramma non prende mai il sopravvento: il coraggio e la spontaneità di Maria sono la ricetta migliore di questo spettacolo che merita davvero di essere visto ancora una volta.

Eva Di Tullio

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