Considerato da molti “il fotografo dei divi”, Steichen , ritrattista delle riviste “Vogue” e “Vanity Fair”, è riuscito a cogliere l’animo controverso di molte star del cinema, senza ombre di patinatura ne di morbosa curiosità. Nell’America degli anni ’30, fatta di sogni e speranze, il fotografo lussemburghese è riuscito a rendere umani divi del cinema, considerati, quasi soprannaturali, immortalando Greta Garbo, Marlene Dietrich, Joan Crowford e Gary Cooper.
In una fotografia che lascia spazio ad una semplicità artificiale, Steichen non si è occupato solo di cinema, ma ha fatto della fotografia un’arte totale, immortalando nature morte, paesaggi, teatri di guerre e sofferenza, la Hollywood ricca e famosa e quella dei sobborghi. Il percorso espositivo, a cura di William A. Ewing, Todd Brandow e Natalie Herschdorfer, per il Musée de l'Elysée di Losanna e la Foundation for the Exhibition of Photography di Minneapolis (USA) ha rappresentato uno dei momenti più importanti all’interno della rassegna Fotografia Europea 2008.
Curatore del MoMa di New York, fino agli anni ’60, Steichen ha interpretato in maniera pittorica la fotografia classica, riuscendo a immortalare quello che i nostri occhi spesso non riescono a vedere, il mondo da un altro punto di vista. Cambiare l’arte ed adeguarla ai tempi che cambiano, dotare una diva del cinema di un velo o un oggetto, per definirla umana, popolare, sdoganare il concetto di fotografia e renderlo più vicino alla bellezza umana, tangibile, come nel celebre ritratto di Greta Garbo, divenuto icona dello stile e della profondità della diva. Una mostra che ha esibito, come in una matrioska, le innumerevoli vite del fotografo più importante del XX secolo.