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L’Italia non legge….

[PER QUEL CHE VALE]

Alla fiera c’era un bel fermento. E soprattutto bella gente. In queste cose detesto la musica rispetto agli altri ambiti della cultura. Perché al MEI si vedevano tutte quelle facce ignoranti mentre a Più libri più liberi non ce n’erano? Eppure, grosso modo, la Fiera della piccola e media editoria e il Meeting delle etichette indipendenti dovrebbero essere la stessa cosa, sola che una riguarda i libri e l’altra la musica. E così è. Il problema non riguarda certo Faenza, né è un merito di Più libri: il problema è che la musica porta con sé troppe cose che non la riguardano, ma vabbè, ci siamo abituati. Voglio dire, i giovani che stavano a Palazzo dei congressi, non erano mica non giovani, eppure sembravano di un’altra maturità interiore. Erano tanti, tantissimi.

 

E si continua a dire che l’Italia e la cultura sono due cose diverse. I dati sono allarmanti, mentre più interessanti sono quelli che trovano la piccola e media editoria al 35% del fatturato librario nazionale. Davvero niente male.
Però, in generale, non leggiamo. Magari compriamo libri, ma non leggiamo. Compriamo allegati dei quotidiani e poi non li leggiamo, ci fanno libri come regalo di Natale e sono libri che non leggeremo. Perché?

E perché allora, nei giorni di Fiera c’era tutta quella gente?
Io non capisco più niente, può essere che un evento di quella portata, direi dunque di massa sia in realtà soltanto un evento di nicchia?

Che strana Italia.
Qual è quella vera? Quella che non legge mai e poi mai o quella in fiera?
E per chi come i (m)artisti si deve rivolgere ad un pubblico, quale immagine di esso deve avere presente (se ne vuole tener conto)?

Che strana Italia.
Ecco cosa farei, me lo immagino, tipo un sogno, truppe di carabinieri a pattugliare la fiera, smistamenti, code, li schediamo tutti, sì, lei come si chiama? Ok: schedato, può entrare in fiera. Lei dove va? Guardi che deve passare per forza dal posto di blocco. Tutti un po’ impauriti, chi ha qualcosa da nascondere torna verso casa, chi se la sente entra non prima di essere stato perquisito e schedato.

Poi finisce la Fiera.
Tutti ancora si chiedono il perché di tutte quelle forze dell’ordine, perché siamo stati schedati, quand’ecco che al telegiornale, notizia d’apertura: “clamoroso cambiamento del sistema elettorale: fine del suffragio universale. D’ora in poi potrà votare solo chi è stato in Fiera”……….così cambia l’Italia!

Poi mi sveglio.
E subito mi torna in testa una canzone di Carlo Fava adattissima al mio stato d’animo.

Faceva così:

L’Italia non legge, non legge il giornale
Figuriamoci un libro, al limite un settimanale
L’Italia se parla, parla solo in inglese
Con la Fabbri editore alla fine del mese
L’Italia ha imparato, ha imparato a navigare
Col sistema cellulare, con la tecnica virtuale
Non ha nessuna nostalgia di quando aveva ancora un pensiero
L’Italia va avanti, va avanti per davvero
Ma l’Italia non legge, l’Italia non legge, l’Italia non legge, l’Italia non legge.

E invece io che finalmente torno a casa
Indeciso tra il mio Aristotele e Platone
Nel dubbio mi sistemo sul divano
Solo un minuto di televisione…
Materassi con le pentole in omaggio
Lo sapevo, ci vuole proprio un bel coraggio
Ballerine che ballano col seno
(di coraggio ce ne vuole…un po’ di meno).

Rai uno, rai due, rai tre
Hemingway non so più neanche chi è
Fede, Mentana, Giordano
Ma chissenefrega di Fernanda Pivano
E poi iniziano i quiz della sera
Ed io inizio a sentirmi da Dio
Ungaretti lo leggo più tardi
Quasi quasi telefono anch’io
A questa bella telepromozione
Coi prodotti per l’elettro stimolazione
Devo ammettere mi sembra un ottimo prezzo
Mamma mia come sono sul pezzo, come sono sul pezzo, come sono sul pezzo!

L’Italia confonde la storia e i suoi nomi
Topolino con Gramsci, Nonna Papera e Manzoni
E l’Italia che è al centro del Mercato Globale
L’Italia continua a non leggere un libro e nemmeno il giornale
L’Italia non legge.

E mia moglie non legge, mia figlia non legge, mia nonna non legge,
l’Italia non legge.

E invece io che finalmente torno a casa
Indeciso fra il mio Agostino e il mio Montale
Nel dubbio mi sistemo sul divano
Solo un minuto di telegiornale…
Sì, sì, sììììì!

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