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Nightbook

Einaudi1
[MUSICA]

Einaudi1ROMA-In La nascita della tragedia Friedrich Nietzsche diceva che la musica è la primordiale melodia con cui si guarda l’universo. Quella musica a cui si riferiva il filosofo tedesco è la stessa che oggi ci fa viaggiare anche stando seduti, è quella che ci fa credere di poter osservare l’intimità umana fin nel profondo. Ma è la stessa anche quando siamo troppo distratti per vederla danzare intorno alla nostra frenetica quotidianità.
La musica crea delle immagini, dentro la mente umana e fuori dalla nostra capacità creativa, e quando uno spettacolo musicale si apre con il buio e note che provengono da una fonte ignota allora la mente e lo spirito iniziano a viaggiare, a percorrere sconfinati campi e a cavalcare l’orizzonte della creatività.
Sospesa tra sogno e realtà lascio scivolare al buio, ma in modo veloce la penna sul foglio bianco, pronto a raccogliere le mie emozioni e percezioni che derivano da violini che sembrano danzare intorno a noi senza essere visti.

Così si apre il concerto di Ludovico Einaudi all’Auditorium Parco della Musica, con il buio che Einaudi2avvolge gli spettatori e tante lucciole che danno luce ad un grande schermo che contempla alcune visioni, che solo in alcuni istanti tendono a schiarirsi. Non possiamo fare altro che lasciarci dondolare dalla musica, rappresenta la nostra unica guida al bui, mentre io mi chiedo se le mie parole si stiano allineando come note sul pentagramma o se si stanno sovrapponendo.
Una forte emozione mi avvolge, quando il ritmo inizia a farsi incalzante e avverto l’estasi provenire dalle sue mani, che toccano i tasti del pianoforte fino a comparire avvolte da una luce fioca, ma che punta all’attenzione dello spettatore. Forse come a rimarcargli la sorgente.
Lui, Ludovico Einaudi si lascia accompagnare dalle note del suo pianoforte e a ripetizione da violini e chitarre, che scompaiono nel buio come un fantasma nel cuore della notte. Rabbrividisco dinanzi a questo fluire che irrompe nella sala.
Conosciamo le sue capacità, so già che le sue composizioni hanno un effetto che irrompe nella mente umana, riconosco il suo stile inconfondibile in ogni pezzo, ma questo nuovo album presentato in anteprima all’Auditorium mi lascia senza fiato, come una prima visione della creazione del mondo. Nightbook, così il titolo della sua ultima creatura, viene documentato come un punto di passaggio tra luce e buio. Proprio quello che sbiadisce pian piano fino a riportarci alla realtà.
Un tripudio di applausi dopo la fine di ogni pezzo eseguito, mi rende partecipe del calore e dell’approvazione del pubblico, mentre lui sorride e continua a suonare e a regalarci emozioni.
Il concerto sembra essere giunto alla fine e quando dopo il saluto esce dalla sala il pubblico, ovviamente, continua ad applaudire per richiedere la sua presenza sul palco, per continuare a sognare, ancora un pò. E allora altri due pezzi, altre magie questa volta conosciute, quelle del precedente Eden Roc, in cui echeggiano note balcaniche.
La luce torna ad avvolgerci, il buio e le immagini sullo schermo rimangono nel ricordo…

Eva Di Tullio

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