Tra le performance che ho deciso di citare c’è quella Romare, un producer che crea una pasta sonora fatta di suoni vintage e melodie soul, missate alle frequenze estreme dell’electro, senza perdere di vista il beat. Meno interessante dal punto di vista sonoro, ma certamente molto capace di suscitare attenzione, Shigeto, che compone le sue tracce intrecciando loop ritmici mandati in base ad altrettante figure suonate con una batteria acustica. Anche gli italiani hanno avuto il loro posto, anche se confinato un po’ troppo all’atrio o alla saletta di turno. Populous è un produttore leccese in forte ascesa nello stivale, infatti incarna bene l’approccio italico a una certa musica elettronica suonata: va bene la freddezza del sistema binario, ma non vogliamo rinunciare al melodramma, ai campi lunghi, i crescendo, l’emozione. Va bene sottovuoto, liofilizzato, ma vogliamo un racconto, anche se fatto di suoni. Simile sensazione la si prova di fronte agli Omosumo, trio siciliano con approccio rock e velleità elettroniche, in senso stretto, che però, di tanto in tanto, fatica a trovare una vera e propria sintesi delle diverse anime che lo compongono.
Per concludere: cassa dritta come se non ci fosse un domani. Lo sdoganamento della pista da ballo, poiché animata con stile. Basti pensare ai ledwall che a tratti proiettavano immagini degne di un oscar al film d’animazione. In una parola: Siriusmodeselektor, inedita accoppiata di diversi progetti a sé stanti, Siriusmo e Modeselektor, e il dj set di Apparat a seguire. Molti altri hanno calcato i palchi dello spring attitude 2015, come molti erano gli spettatori di quello che sì è consolidato come uno dei festival più riusciti della primavera romana.
Zingiu