Neuro Habitat è la cronaca realistica, e perciò inquietante, dell' esasperato isolamento fisico ed emozionale di un essere umano circondato dalla tecnologia che diventa una sua estensione, protezione dal mondo esterno e dalle emozioni che esso può generare.
La storia è scandita dalla serie di numeri del sistema binario e i primi disegni sono già eloquenti: un appartamento asettico, la musica isolazionista dei francesi Magma creatori della lingua artificiale kobaiana, una segreteria telefonica che filtra le voci dell'esterno, un computer e un telecomando. Martín semina continuamente indizi e rimandi, sviluppa il racconto aggiungendo poco alla volta nuovi elementi e fornisce dettagli che costruiscono un ponte col mondo esterno e con il lettore.
Se al principio l'anonimo protagonista ci appare un estraneo se non un alieno, progressivamente ci rendiamo conto di quanto in realtà gli stiamo assomigliando e che lo sguardo dell'autore, scevro di ogni intento moraleggiante, ci restituisce l'immagine riflessa di quel che siamo o potremmo diventare. Un'immagine che ci è data già dal crescente fenomeno giapponese degli Hikkomori, adolescenti autoreclusi nelle proprie stanze equipaggiate di ogni strumento tecnologico e informatico, o dei britannici Neets, ma che potrebbe anche diventare comune a tutti noi, potenziali vittime di un mondo caotico ed esigente, che richiede continua presenza, attenzione e prestazioni.
Perché la tecnologia e il progresso sono un'arma a doppio taglio, paradossi di un'epoca in cui tutto è a portata di clic e di desiderio, anche di quelli generati dalla noia di poter avere tutto senza il minimo sforzo, sostituendo le passioni, i rischi e le emozioni con prodotti artificiali e in serie.
Forme e strumenti di comunicazione innovativi e straordinari possono rivelarsi corazze di incomunicabilità che fagocitano tutto, sostituiscono la vita e soddisfano le pulsioni. Ciò che dovrebbe facilitare la comunicazione e lo scambio tra umani, in una immediatezza un tempo inimmaginabile, può generare isolamento e autoprotezione fino a giungere all' annullamento e alla cancellazione anche dei tratti umani, fino alla creazione di una nuova identità.
L'autore di Brian the Brain, di Anal Core e di tanti altri fumetti dissacranti, schegge di specchi della modernità, ci ha abituati a racconti più o meno espliciti, ma non ha mancato neanche questa volta di colpirci al cervello, a colpi di matita acuminata.
Neuro Habitat è un fumetto da leggere e rileggere con attenzione, un racconto denso di citazioni e rinvii, cronaca precisa di ordinaria paranoia contemporanea.