Le tavole a doppia pagina sono buie, come se non ci fosse nessuna via d’uscita. Il nero invade tutto e il poco bianco che separa i tratti non è luce, ma spazio per altra ombra.
L’antica favola che i fratelli Grimm hanno raccolto dalla tradizione nordica medioevale è sicuramente molto oscura: un padre che abbandona i propri figli è qualcosa che fa inorridire la sensibilità occidentale contemporanea, ma, in un periodo di carestie, l’abbandono dei bambini era una pratica usata anche qui nella civile Europa. La fame abbrutisce chiunque, e i sentimenti hanno spazio e vita solo quando la società è satolla.
Quello che il disegnatore Mattotti, vincitore con questo lavoro del premio Andersen edizione 2009, evidenzia e

“La foresta è […] piena di minacce, di pericoli immaginari o reali. È l’orizzonte inquietante del mondo medievale. Esso lo accerchia, lo isola, lo stringe. [...] dalla sua opacità temibile sorgono d’improvviso lupi affamati, briganti, cavalieri, predoni” * e, nelle favole, streghe che vivono nella case con i vetri fatti di zucchero trasparente e i tetti di focaccia.
Mattotti spiega benissimo nelle sue tavole quest’ansia e rende, grazie ai suoi lavori, una dimostrazione del senso di angoscia, che caratterizza ancora di più nelle mostre in cui presenta le sue tavole. Al Comicon di Salerno, primo evento dedicato al fumetto nella città campana, svoltosi dall’8 all’11 ottobre 2011, le tavole di Mattotti sono state

“Camminarono tutta la notte e tutto il giorno seguente, dalla mattina alla sera, senza poter uscire dalla foresta.” Si legge sul retro della copertina, ed è questa sensazione che accompagna sempre il lettore, ma almeno questa volta, il lieto fine c’è.
*(J. Le Goff, La civiltà dell’Occidente medievale, pp. 147 – 149)
Jacob e Wilhelm Grimm, Hänsel e Gretel, Orecchio Acerbo, pag. 48, € 20
Rossana Calbi