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Affrettatevi, ma con passo felpato

[ARTI VISIVE]

Affrettatevi, ma con passo felpato; il prossimo 2 marzo chiude al Palazzo delle Esposizioni la mostra del fotografo americano Gregory Crewdson. In questa completa retrospettiva del lavoro dell’artista newyorkese si possono ammirare immagini appartenenti alle diverse serie in cui si suddivide la sua produzione… Da quella denominata “Early Work”, che data dal 1986 al 1988 e raccoglie le prove giovanili di un Crewdson ancora studente, agli straordinari scatti della serie “Beneath the Roses” (2003 – 2005).

Le immagini, ambientate nella provincia americana, appaiono il prodotto finale di uno sforzo di stampo registico volto ad allestire messe in scena accuratamente preparate e finalizzate a presentare una dimensione visionaria, sconfortante ma al contempo decisamente “patinata” che rimanda alle atmosfere rarefatte ma disturbanti dei film di David Lynch e di Spielberg. Quella di Crewdson è un’interpretazione evidentemente “narrativa” del mezzo, stile lanciato già dai primi fotografi post-moderni tra cui Cindy Sherman ed ora considerato una modalità chiave dell’attuale ricerca fotografica.

Crewdson vi aggiunge la sua “Estetica dell’alienazione”, come recita il titolo di un suo articolo in forma di saggio, ed in effetti l’America rurale appare conturbante in queste immagini tese a mostrare una certa inquietudine psicologica del cuore degli States, amplificando quel senso di isolamento e di solitudine che qui si accompagna all’apparizione di figure isolate in dettagliati scenari di quieto abbandono suburbano, che forniscono il corrispettivo fotografico dei dipinti di Edward Hopper.

Un punto di riferimento teorico del fotografo americano pare sia il classico studio di Freud “Sul Perturbante”, anche se l’irruzione di elementi fantastici o sovrannaturali o surreali riconducono senza dubbio alle dichiarate fonti audiovisive d’ispirazione per Crewdson, la serie TV “Twilight Zone” e film come “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo”. Nella serie “Natural Wonder” una natura magica, enigmatica si offre all’occhio dello spettatore nei suoi aspetti teneri e misteriosi insieme, un po’ come nel finale di “Velluto Blu” di Lynch; per usare le stesse parole dell’artista: “l’intrigante ed oscura energia di una natura indomabile giunge in salotto”.

Come sfuggire a questa malìa? Meglio non perdersela.

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