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Ionesco e l’attualità della morte

ilremuorecartolina
[TEATRO]

ilremuorecartolinaNAPOLI- Uno spettacolo da vedere in programmazione dal 31 marzo al 10 aprile, in scena al Teatro Mercadante di Napoli, Sala Ridotto, dal titolo Il re muore di E. Ionesco con la regia di Pino Carbone e interpretato da Andrea de Goyzueta, Francesca De Nicolais e Giovanni del Monte.

Nello sfondo di una sala del trono ormai decadente e ridotta ai minimi termini, si consuma il racconto della vicenda umana del re Berangér, reinventato da una escamotage registico, che riduce a tre i personaggi, più un quarto fuori scena.
In un angolino della scena un piccolo re è intento a scrivere in un piccolo quaderno probabilmente le sue memorie e di tanto in tanto le mostra alla moglie, la quale lo asseconda dandogli un’occhiata veloce.
Il popolo, dal canto suo, fa un po’ quel che vuole, gioca, si rincorre, la stessa domestica

di corte Juliette, non ha voglia di rimettere in ordine la stanze del regno, disobbedendo sia alla volontà di Margherite la moglie del re, che a quella stessa del re, che seduto sul suo trono, tutto vestito di bianco, cerca di impartire ordini. Fino a che arriva il medico di corte ad annunciargli la triste sentenza della sua imminente morte. A quel punto, lo sventurato re bambino che poco o per nulla aveva pensato che prima o poi questa sorte potesse toccare anche a lui, credendosi immortale, cerca rifugio tra le braccia dell’amata seconda moglie Marie, in una toccante e commovente richiesta d’amore, credendo che proprio l’amore possa essere la soluzione magica del suo problema. Ma, stavolta nemmeno l’amata, vuole offrirgli l’agognato conforto.
Il re è messo continuamente alla prova da Margherite e dal medico di corte, che lo sollecitano ad accettare l’angosciante verità. Tutto oramai nel paese è alla fine: la natura arida e infertile per cui non cresce nemmeno più un filo d’erba, non nascono più bambini, i confini del regno sono minacciati, insomma sono davvero tante le ragioni elencate dal medico e da Margherite, che inducono il re ad accettare il suo destino, la fine imminente e quando ad un certo punto, dopo una serie di riflessioni sembra ne abbia assunto almeno la consapevolezza, accentando l’ineluttabile destino, il regno cade in mille pezzi, e nel caos più totale il re muore.

Pièce intramontabile e di grande attualità, scritta di getto dall’autore in soli dieci giorni tra l’ottobre e il novembre 1962, invita alla riflessione su un tema estremamente attuale: l’attaccamento alla vita che ci fa arrivare impreparati alla morte, senza cioè averne una reale consapevolezza, e ci stimola a vivere con coscienza e nell’oggi, nel presente e nel quotidiano, mettendo un tassello accanto all’altro, come i tasselli bianchi posti in scena sul pavimento, e di fare di ogni tassello un quadro, un’immagine che non sia slegata dalla realtà, ma che ne diventi parte integrante attraverso una reale partecipazione attiva al percorso della vita.

Maria Colucci 

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