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La Cantatrice: calva e non solo…

Nel cinquantenario del successo parigino, ritorna al Teatro Arsenale di Milano una delle opere più celebri di Eugène Ionesco, nella versione tradotta e diretta da Marina Spreafico.
La commedia venne rappresentata per la prima volta nel maggio 1950, ma dopo venticinque repliche venne chiusa per mancanza di spettatori finché nel 1957 fu ripresa al Théâtre de la Huchette, una delle sale più piccole di Parigi: da allora è stata rappresentata senza interruzione sia in quella piccola sala (che ad oggi è arrivata a superare le 16.000 repliche) che in tutto il mondo.

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Un omaggio a Paz

Occhio azzurro talvolta velato di sopore, naso adunco, mento esageratamente affilato, capelli biondo paglia raccolti dal codino e sigaretta bogartiana alle labbra.” Nell’introduzione di Bruno Pischedda si capisce che qui si parla di un personaggio davvero singolare che viene fuori da una mente geniale quale quella di Andrea Pazienza, in arte Paz.
Il personaggio in questione viene considerato come il più importante venuto fuori dal fumettista marchigiano e che porta il nome di Zanardi.

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La finalissima…. in breve!

Un ultimo appuntamento ricco al MArteLive. Un programma ben concertato, che ha visto sul palco artisti di provenienze totalmente differenti.

Tra gli invitati per la sezione “Big”, gli Eva Mon Amour, che un tempo conoscevamo come Cappello a Cilindro, Drigo-Mac dei Negrita con F. Botti, H. E. R., Angelo Elle, Moebius Brain e Pixel. 

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Le isterie della moda al Circolo degli Artisti

Il Circolo degli Artisti, via Casilina Vecchia 42 a Roma, ogni domenica apre il suo giardino alle 19.00 per dar spazio alla piccola moda. La scorsa domenica, il 10 giugno, il Circolo ha fatto di più:ha costruito e organizzato un evento di moda con tanto di sfilata e parterre di fotografi armati di flash abbaglianti.

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Torino Comics 2008:molti fumetti ma pochi editori

Si è conclusa domenica 8 giugno la Fiera di Torino Comics, presso Lingotto Fiere, dove un ampio padiglione era stato adibito alla classica mostra mercato, animata da venditori e collezionisti, cosplayers e costellata
da tanti brevi appuntamenti per discutere di fumetto, animazione, arte o di questioni di mercato con numerosi autori ed esperti del settore. 

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‘Nzularchia: nomen omen

Innanzitutto urge un chiarimento sul titolo, ‘Nzularchia in italiano significa itterizia, febbre gialla, in quanto è un fenomeno che si manifesta principalmente con una colorazione giallastra della pelle e della parte bianca degli occhi, ma è anche la paura. In pratica il titolo è già un preludio allo spettacolo che si andrà ad assistere uno spettacolo in dialetto arcaico napoletano, misterioso, che come in un giallo svela i suoi segreti soltanto nel finale.

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Il vento che muove il Riddim-A Sud

18-maggio-2008 – Serata calda di inizio estate, l’atmosfera quella tipica che si respira ogni volta al ConteStaccio. Via vai di gente seduta sui divanetti di vimini che costeggiano la scalinata del locale più trendy di questo momento sulla scena artistica romana.C’erano proprio tutti, giornalisti, tv web, critici musicali e tanti, tanti amici artisti o semplicemente appassionati di musica, giunti per assistere all’uscita del Cd RIDDIM-A SUD, ultima fatica artistica di Teresa De Sio.

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Il Ventaglio nel segno di Ronconi

Milano – La prima stesura de Il Ventaglio fu realizzata da Carlo Goldoni a Parigi, la città dove risiedeva dal 1762 dopo la precipitosa fuga da Venezia a seguito delle polemiche e delle persecuzioni scatenate contro di lui dal rivale Gozzi. La versione in italiano risale invece al 1765. «Il motore della vicenda – spiega il regista dello spettacolo, Luca Ronconi – è un oggetto da nulla, un ventaglio da pochi soldi: eppure questo inerte accessorio riesce ad incrinare legami, a produrre scontri, a scatenare crisi».

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Il re muore: si salvi chi può!

Il re muore fu scritto nel 1962 da Eugène Ionesco, ma ancora oggi rappresenta un testo attuale che prende per mano lo spettatore accompagnandolo in una sorta di esame di coscienza della sua condizione di uomo e di quel suo aggrapparsi alla vita che spesso, sfocia nel disperato tentativo di sottrarsi ad un evento ineluttabile quale la morte fisica, che sembra appartenere solo agli altri e non a noi stessi in prima persona.

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