Se anche voi riflettete in un biscotto i vostri pensieri, se vi sentite di camminare in bilico su un filo interdentale e vi perdete fra riviste di gossip , siete capitati nel posto giusto dove i sogni non si trasformano in realtà, perchè qui ancora nessuno ha smesso di dormire..benvenuti nel mio pigiama party
LIBRI- L’arte come sostegno, come aiuto, come nutrimento e coinvolgimento dell’anima…l’arte è la libertà di produrre un’impronta che nessun altro potrebbe lasciare…l’arte è l’espressione individuale della nostra anima. L’arteterapia è l’uso dell’arte come strumento per elaborare le proprie emozioni più difficili da accettare, divenendo così una sorta di contenitore dove le emozioni, le sensazioni trovano libero sfogo, trovano rifugio..
Innanzitutto Buon Anno a tutti, cari lettori! Poi, l’argomento della settimana: il thriller. In primo luogo vi devo confessare che il mio primo amore letterario è stata la produzione giallofila di Aghata Christie, sia nella versione Miss Marple che in quella Monsieur Poirot, con la successiva rivisitazione di grandi classici del giallo come Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle (in ogni sua forma e manifestazione!) e, un po’ meno a dir la verità, dei polizieschi di Simenon con Maigret.
Scrittore, drammaturgo e storico russo, Aleksandr Isaevič Solženicyn, attraverso i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo i gulag, i campi di lavoro sovietici, e, per questo merito, ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1970. Il suo lavoro come scrittore iniziò, idealmente, proprio nel periodo del suo confino ai lavori forzati.
“Attraverso l’arteterapia si ha la possibilità di attivare risorse che tutti possediamo: la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e di trasmetterlo creativamente agli altri. Per poterla praticare, non sono necessarie precedenti esperienze o competenze di tipo artistico; non è il contesto in cui possono emergere giudizi di tipo estetico, poiché ogni espressione dell’anima e della propria umanità, fosse anche solo un semplice segno o un insieme caotico di linee e colori, è manifestazione autentica di un sentire profondo e come tale, di valore inestimabile.
L’arteterapia è un luogo dove convergono diverse forme d’arte, dal teatro alla danza, dalla pittura alla musica. L’arteterapia quindi si avvale dei mezzi espressivi, soprattutto e delle potenzialita espressive delle diverse e differenti arti.
Un giorno in una stradina vicino piazza Venezia, a Roma, incontrai un mio amico che non vedevo da tempo. Per festeggiare l’evento andammo in un bar, a Sant’Apostoli, a prendere un caffè. Sapendo della mia formazione e dei miei interessi, nel bel mezzo del più e del meno, di cui si parlava, e dei bei tempi vissuti, mi domandò: “Cosa pensi dell’arteterapia? Dimmi qualcosa, che mi ci sto appassionando”. Io risposi: “Ne so poco, o meglio non ne so nulla, ma ritengo che sia sicuramente una cosa buona, anzi diciamo una cosa bella. Usare l’arte come… come… Non riuscii a dire: è bello usare l’arte come terapia della patologia mentale.
Un giorno in una stradina vicino piazza Venezia, a Roma, incontrai un mio amico che non vedevo da tempo. Per festeggiare l’evento andammo in un bar, a Sant’Apostoli, a prendere un caffè. Sapendo della mia formazione e dei miei interessi, nel bel mezzo del più e del meno, di cui si parlava, e dei bei tempi vissuti, mi domandò: “Cosa pensi dell’arteterapia? Dimmi qualcosa, che mi ci sto appassionando”. Io risposi: “Ne so poco, o meglio non ne so nulla, ma ritengo che sia sicuramente una cosa buona, anzi diciamo una cosa bella. Usare l’arte come… come… Non riuscii a dire: è bello usare l’arte come terapia della patologia mentale.
LIBRI- Qualora vi capitasse di passare dalle parti del settimo arrondissement di Parigi, fate una sosta al civico 7 di rue de Grenelle. Vi accorgerete che a quell’indirizzo corrisponde una sfarzosa boutique di Prada, ma se credevate invece di trovare il lussuoso portone di un aristocratico palazzo, e un citofono d’ottone che recasse incisi nomi del tipo Pallières, Josse, Arthens, ma anche Badois, Rosen o de Broglie; se dall’uscio aperto speravate di sentire un untuoso olezzo di cucina o di cogliere le note di una sinfonia di Mahler che soccombe al chiassoso vociare di un televisore…beh! Potete stare sicuri che non avete letto invano L’eleganza del riccio di Muriel Barbery.
“Natale con i tuoi. Pasqua con chi vuoi”. Ma noi che siamo anticonformisti, per questo numero del MArteMagazine ce ne andiamo in giro per il mondo. Prendendo spunto dal meraviglioso progetto che i “Tetes de bois” stanno mettendo in atto, faremo un viaggio ideale sul 41° parallelo, vale a dire quella linea immaginaria che partendo da Roma, attraversa tutta la Terra e visita città e culture ed arti magicamente differenti.