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Pink Fiction Fest

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Belle donne (più o meno) angeliche un po’ “vintage” al Roma Fiction Fest

pan-amHostess con divisa celeste e indole gialla e donne spy borsettate Prada. Per una serata all’insegna del gentil (mica tanto) sesso, le anteprime nazionali di “Charlie’s Angel”s e “Pan Am”.
Niente videogiochi e sigle di cartoni animati di altri tempi. Nessun abito anni Cinquanta sul red carpet né dive di altri tempi e di quei bei film che non torneranno mai. Niente di tutto questo. Solo una malinconia e nostalgia di decenni che furono, sia nella finzione che nella realtà. Nella serata di Mercoledì 28 Settembre, quella dedicata ai nuovi e vecchi telefilm targati Sony, si sono rievocate palpitazioni di altri tempi e fascini indimenticati per minigonne corte mai volgari. Sono stati presentati in anteprima nazionale, dopo gli ottimi ascolti americani riportati dalla ABC, Charlie’s Angels e PanAm.
Fondamentale premessa per le bellissime di Charlie: non ho mai visto il telefilm anni ’70-’80 prodotto da Aaron Spelling. Il che mi aiuterà a mettere da parte l’effetto nostalgico caro a molti nostri lettori per un’analisi il più oggettiva possibile. E allora, in breve, un commento a caldo per un telefilm decisamente “freddo”. Lasciate perdere le vecchie “Angels”: dimenticatele, cancellatele, riponetele nel vostro cassetto dei ricordi. E non riapritelo più. Le nuove belle ed impossibili “bad girls (“Angels? Ma dove?)” sono patinate, glamour, confezionate perfettamente per aperitivi su yacht e per feste a tutti lustrini. E poi tanti calci, pugni, rincorse, colpi di scena. Il risultato è quasi irreale ma moderno, drammatico ma comico (e non sempre è un bene).
Persino l’ex orrendo Bosley è diventato un ragazzo tutto addominali e sguardi ammiccanti. Forse è anche intelligente. Forse. Il risultato è leggero, godibile, senza grandi pretese, con un livello recitativo appena sufficiente. Tanta azione, come in un film, ma pochi intrecci stuzzicanti che possano dipanarsi nel corso dell’intera stagione. Come se fosse un piccolo cortometraggio, bello ma senz’anima.

Introduzione obbligatoria per Pan Am, creata da Jack Orman per la ABC, incentrata sulle vicende di alcuni piloti e assistenti di volo che lavorano per l’indimenticata compagnia aerea Pan American World Airways. Le vicende, ambientate durante gli anni sessanta, raccontano gli anni della rinascita e della Guerra Fredda, di spie e di fughe, di amori e tradimenti, di famiglie e di lavori. Perfetto (non esagero) quadro, per costume e costumi, di quegli anni in bilico tra ottimismo e paura. Troppo forte il contrasto con l’attuale situazione europea e mondiale. Come un pugno in un occhio. Ma nulla è dovuto al caso, in questo telefilm: bello l’accostamento tra passato e presente, tra misteri ed amori, per questo gruppo di ragazze che abbandonano tutto per inseguire un sogno dal retrogusto di fuga. Bellissime loro, e brave. Un prodotto nuovo, di cui si sentiva la mancanza, appassionante e mai scontato. Unica controindicazione: se avete paura di viaggiare in aereo, la visione va accompagnata ad una camomilla doppia.

Francesco Salvatore Cagnazzo

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