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Afterhours: i Milanesi ammazzano il mercoledì (romano)

Foto di Daniele Rotondo
Foto di Daniele Rotondo

ROMA- Il live degli Afterhours nell’estate romana è quasi un must. La location da alcuni anni a questa parte è sempre la stessa: Rock In Roma presso l’Ippodromo Capannelle. I fans sono di tutte le età, maturi cultori della musica nostrana e giovincelli che (per fortuna) sono ben lontani dal panorama pop e ballano romanticamente con la propria morosa e il proprio moroso le note di “Bianca”.

E ci sono anche bambini, con tanto di t-shirt targata Afterhours che si scatenano su “Non si esce vivi” dagli anni ’80. Il tutto porta al pensiero che quando la musica è bella ed è fatta bene arriva alle orecchie di tutti, lasciando un pezzetto di sé, regalando un’ emozione e tanta adrenalina.
La serata è aperta da Cesare Malfatti ex La Crus (scoperta di Agnelli negli anni ’90) che dopo la separazione, riunione e nuova separazione dal vintage Mauro Ermanno Giovanardi, propone un’apertura di concerto alla band milanese in compagnia di Roberto Dell’Era e Giorgio Prette.
Il pubblico gradisce, ma quello che vuole è il cavallo pazzo (tanto per rimanere in tema di ippodromo) di Manuel Agnelli.WM_Afterhours_09
Come delle star si fanno desiderare il giusto, ma alle 22.00  Xavier, Giorgio, Rodrigo, Giorgio, Roberto e Manuel  sono pronti, strumenti alla mano, birra al fianco e via con “La verità che ricordavo”.
Ci si agita sin da subito con questo pezzo, si agita pure il nostro Agnelli che saltella da una parte all’altra, carico, capellone e rock star, con un tocco di egocentrismo che, diciamolo, lo rende abbastanza unico.
Si va avanti con “L’Estate” e “Germi” e per quanto il pubblico apprezzi tutto e tanto, l’unica cosa che stona è un problema di saturazione sul palco. Ovviamente non è colpa della band che è  in formissima e non si lascia spaventare o infastidire da quei tremendi fischi che, purtroppo, disturbano l’atmosfera eccitata.
I pezzi d’annata lasciano poi subito spazio alle chicche targate “Ballate per Piccole Iene”, penultimo album della band, portato anche in giro in un tour negli U.S.A.
La presenza di tantissimi pezzi di quest’album, molto bello, ma di certo non quanto “Hai Paura del Buio”  fa breccia nei cuori dei più giovani, che conosco perfettamente il ritmo del battito delle mani su “La vedova bianca”,  e urlano a squarcia gola su “Ballata per la mia piccola iena” e il “Sangue di Giuda” (sicuramente uno dei pezzi rock più notevoli del panorama italiano).
WM_Afterhours_02Avanti con “Pochi istanti nella Lavatrice”, “E’solo Febbre” e (tanto  per citare Agnelli un pezzo che NON si chiama Strategie,anche se c’è uno striscione che invoca “Facce Strategie) , “Pelle”, emozionante come poche. Conclude la prima parte del live il pezzo che più fa scatenare i corpi sotto il palco“Bye Bye Bombay”, cantato a mille voci.

Un live di quasi due ore che riprende con “Ci sono molti modi”, “Carne Fresca”, “Quello che non c’è”, “Non si esce vivi dagli anni ’80”, una strimpellata di Agnelli sul piano tanto per gradire, “Bianca” suonata solo con il violino di Rodrigo D’Erasmo, chitarra e voce. C’è anche “Una pelle Splendida” ricca e dolce come sempre. Ci lasciano con “Il paese è Reale”, perché la musica non deve parlare solo d’amore biblico o romantico, ma anche di amore per la propria nazione, di impegno sociale e di persone che combattono per i propri diritti, perché la musica deve insegnare anche a far qualcosa che serva.
Una carica esplosiva di rock, amore, sesso e danze. Gli Afterhours non deludono mai e non c’è attesa migliore per il nuovo album se non quella di vivere e rivivere alcuni tra i loro pezzi migliori in una notte di mezz’estate.
La preghiera al Dio della musica o a chi per lui, pur conoscendo i limiti vari dei live a Roma, è che quando torneranno e presenteranno i nuovi pezzi lo facciano su un palco che meriti gli Afterhours, un palco che non penalizzi la band e soprattutto un pubblico che paga, ama la musica e ha diritto di goderne al massimo.
Insomma Bye Bye After, ci si vede l’anno prossimo nel nostro Paese Reale.

Ornella Stagno
Foto di Daniele Rotondo: “Un muro. Un muro di suono. Potente. Graffiante. A tratti ti sposta e ti travolge. A volte ti coccola e ti culla morbidamente.”

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