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TEATRO_ Quattro passi tra il mal de vivre

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lorenzo.pellizzaro-teatrolos_toritos2La rassegna teatrale del MArteLive ha aperto le porte del suo secondo appuntamento del 10 maggio con La Città Infernale dei Los Toritos (Chiara Bruni, Andrea Luceri, Germana Marchioni, Aurora Salvucci, Martina Ubaldi, Giulia Felli), un’interessante messa in scena che si interroga sulle questioni fondamentali dell’esistenza e sul senso della vita affrontandoli e raccontandoli dal singolare punto di vista della Porta dell’Inferno.


Gli attori sono infatti un gruppo di morti viventi che con lo sguardo fisso alla platea scrutano il vissuto mortale con gravità e si interrogano a turno con se stessi, senza interagire o instaurare alcun tipo di dialogo tra loro. E’ così che gli zombie in una strana danza statica, sulle dolci note della colonna sonora di “In the Mood for Love”, intrecciano una partitura densa e intensa tra riflessioni esistenziali che fluttuano tra il mondo reale e l’apparenza rappresentata di un oltre-mondo dove il tempo della vita scorre lento e si pone come già perduto in partenza.

In E/senza, interpretato da Lia Carfora (autrice del testo insieme a Ida Vinella), l’attrice dal lorenzo.pellizzaro-teatrolia_carfora1look dark e aggressivo assale pubblico e giuria con un monologo arrabbiato. La Canfora è impegnata sul palco nel tirare a sè una fune immaginaria: ogni strattone si trasforma con l’incedere nervoso del discorso in un colpo contro di lei, quasi in una pugnalata inferta nel ventre della protagonista che, in un espressivissimo dialetto campano, ci restituisce il quadro della frustrazione di una vita per due soldi, dissociandosi in più personaggi e dando sfogo alla sua sofferenza, irridendo a tratti la sua sorte di singolo e il destino universale di ogni popolo che mai è riuscito a ribellarsi veramente all’ordine schiacciante delle cose.

Con Trenta e passa la paura di Federico Melis, a cui è stata affidata la chiusura di questo secondo rendez-vous teatrale, si spalanca il baratro divertente di un giovane – come tanti ce ne sono soprattutto in Italia – angosciato dal giro di boa che per ognuno di noi rappresentano il traguardo dei trent’anni. Con un monologo brillante, che si sviluppa in un susseguirsi di sketch, l’attore ordisce la trama della mole infinita di preoccupazioni e “pippe mentali” che infestano e ossessionano la mente di un appena trent’enne di oggi, sensibile ai bilanci e agli ostacoli che la lorenzo.pellizzaro-teatrofederico_melis2precarietà odierna arriva a procurare nel suo vissuto di malcapitato giovane-vecchio di oggi.
E’ così che prende piede una sequela di elucubrazioni che si avvitano su se stesse, che a un certo momento trovano un approdo più sereno. Una consolazione: è vero, la presunta “società del benessere” che ci viene offerta quotidianamente è ingiusta e avvilente, frivola e falsamente a contatto con i problemi di quelle persone che dovrebbero essere i creatori del mondo che verrà e che per questo dovrebbero essere gratificati e valorizzati. L’individuo però è ancora libero, non può essere privato dei suoi ricordi, della sua storia, dei suoi affetti e nel riconoscimento di questo potrà sempre costruire “il suo castello” (per quello che potrà essere), con i colori che preferisce e che gli somigliano di più. A martedì prossimo!

Alice Salvagni
Foto di Lorenzo Pellizzaro

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