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Lo specchio magico di Susanna Doccioli

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[ARTI VISIVE]

susanna_doccioli1ROMA- Tra una chiacchierata e una pagina di un libro da leggere al vento primaverile di maggio fatevi un giro all’ Ombre Rosse Caffè di Trastevere che ospita in questi giorni la personale di Susanna Doccioli, un’artista che abbiamo avuto il piacere di conoscere qualche numero fa e che anche questa volta ci ha coinvolti in questa mostra dal titolo I’ll be your mirror.

Susanna Doccioli, romana e con alle spalle gli studi compiuti presso la prestigiosa ISIA di Urbino, l’ho conosciuta un pomeriggio, quasi per caso proprio negli spazi dell’Ombre Rosse Caffè, mentre sorseggiavo un caffè e con gli occhi gustavo le sue meraviglie artistiche. Decine di opere appese sui muri, un invito ad essere osservati da qualsiasi angolo. In ogni opera riesco a scorgere una certa propensione dell’artista verso la rappresentazione degli spazi quotidiani, dei luoghi che si attraversano giornalmente, dello sguardo che si incrocia con persone di cui non si conosce l’identità, in poche parole il vivere quotidiano che si celebra davanti ai nostri occhi, qualche volta anche inconsapevolmente: per Susanna Doccioli fare arte vuol dire trasformare la contingenza attraverso la creatività e mischiare il reale con la favola.
I’ll be your mirror, reflect what you are, in case you don’t know recita il testo della canzone “I’ll be your mirror” dei Velvet Underground e così anche l’artista di cui vi stiamo parlando fa in modo che tutto ciò che le accade intorno venga filtrato nel suo mondo creativo, attraverso un’immagine riflessa di uno specchio che rappresenta per l’artista il mezzo con cui osservare le persone e le circostanze che le stanno intorno; ma lo specchio è soprattutto un mezzo che le consente di descrivere attraverso il disegno e i colori il mondo circostante, le azioni e gli umori degli esseri umani che, quotidianamente incontra lungo il percorso della sua esistenza. Susanna Doccioli diventa lo specchio, il riflesso di noi stessi, delle nostre paure, dei nostri sorrisi, dei ricordi e degli spazi in cui viviamo.

L’universo morfologico dell’artista si pone come un filo a metà tra la realtà e l’immaginazione e ciò viene espresso attraverso il ricorso a tematiche di cui nutriamo la nostra esistenza sin dalla nascita: i miti delle favole che ci vengono raccontate, i viaggi in macchina, i biglietti che si conservano nel portafogli, uomini e donne che si osservano attraverso i vetri di un treno.
Queste circostanze esistenziali sono parti di un puzzle che si compone dentro e intorno a noi e ci estasiamo nel vederle prendere corpo e colore come un sogno che diventa realtà.
Tutto questo Susanna Doccioli ce lo descrive servendosi di diversi supporti con cui inebriare la nostra vista, stampe, incisioni e disegni, in cui il colore viene unito alla tecnica del collage in alcune circostanze, mentre in altre è colui che plasma i soggetti rappresentati.
Persa tra le tante opere che compaiono sui muri ce ne sono alcune che per la loro particolarità attraggono l’attenzione: in una serie di collage raffigurante un palazzo di dieci piani si vede una mamma in perfetto stile anni ’60, che cerca di educare il suo bambino con moniti, che tutti ci siamo sentiti dire almeno una volta nella vita, fatti di ritagli di giornale. E poi ancora la foto di un viaggio fatto a Parigi qualche tempo fa con insieme parti del biglietto del ritorno. Visi e sensazioni che i colori sembrano mettere sotto la lente d’ingrandimento, come in un laboratorio artistico che trasforma la vita quotidiana in una moltitudine di prismi colorati di cui si servono gli artisti come la Doccioli che vanno sempre a caccia di soggetti e emozioni da rappresentare.

Eva Di Tullio

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