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Sguardi s-Velati II

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Una sera a casa di Barbie: Casa di Bambole, ovvero Bambole di Casa

BarbieM8Continua la rassegna “Sguardi s-Velati” al Teatro Due Roma portando in scena spettacoli di giovani autrici e attrici sempre di alto livello.
E’ il caso sicuramente di Casa di bambole, ovvero Bambole di casa di Alessandro Trigona e Antonella Dell’Ariccia.
Barbie e la sua migliore amica Midge escono dalle scatole con cui sono vendute ed entrano nel loro mondo fatto di giochi a tinte rosa. Sempre elegante e con mille interessi (hostess, cavallerizza, rockstar, infermiera, etc) la bambola più famosa e venduta al mondo, si racconta percorrendo i suoi successi e i suoi cambiamenti, rimanendo però sempre nella hit dei giochi più venduti al mondo. Nella sua vita agiata (possiede se non sbaglio molte case anche con l’ascensore interno, diverse piscine, macchine e animali per non parlare di vestiti e scarpe) si ritrova però a dover trascorrere tutto il suo tempo con amiche invidiose per i suoi successi e un fantomatico fidanzato (il bello e aitante Ken) che tuttavia le preferisce Big Gym.
Il testo, per nulla scontato, si arricchisce di spot pubblicitari e citazioni, andando a ritroso nella vita di Barbie per scoprire i suoi cambiamenti e adattamenti al commercio e alla società che si evolve in generale.

Barbie e Midge sono chiuse nei ruoli e nei vestiti che la bambina Nora gli fa indossare, stanche di dover sempre sorridere e andare d’accordo, ma entrambe hanno un codice a barre dietro al collo che fa di loro merce da utilizzare a piacimento.
Le due attrici, Antonella Dell’Ariccia e Arianna Gaudio, bravissime nelle loro interpretazioni, coinvolgono il pubblico trascinandolo in risate genuine e amare in un amarcord di giovinezza. Eppure in solo attimo sono capaci di stravolgere miti e certezza, trasportando la scena in un’altra ambientazione dove Barbie in realtà è una donna omicida convinta di essere una bambola e Midge la sua psicologa. Ma, niente è come sembra e nel mondo dei giochi si può essere sia il cattivo che il buono.
Lo spettacolo a mio parere dura troppo poco e meriterebbe di essere ampliato in diverse parti, coinvolgendo magari altri personaggi come lo stesso Ken o la giovane Skipper. La storia è molto interessante, i dialoghi mai scontati, le attrici meravigliose nei loro vestiti e accessori a tinte colorate, lo spettatore rimarrebbe insieme a loro per molto altro tempo, riscoprendo il gioco e dando un’anima e pensiero alle bambole con cui è cresciuto.

Manuela Tiberi

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