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Sono tornati gli anni ‘80 al MACRO

Sono_tornati_gli_anni_Ottanta1
[ARTI VISIVE]

Sono_tornati_gli_anni_Ottanta1ROMA- Vi ricordate gli anni Ottanta? Anni incredibili e indimenticabili: Michael Jackson pubblica Thriller, l’Italia vince i Mondiali di Calcio, Stanley Kubrik gira Shining e soprattutto cade il muro di Berlino. Anni difficili e pesanti come un macigno, eppure qualcosa bisognava salvare: l’arte.

MACROwall: Eighties are Back è il nome del progetto pensato da MACRO (Museo dell’Arte Contemporanea di Roma), ovvero un ciclo di mostre personali di dieci artisti, i quali si prefiggono di raccontare attraverso l’arte un periodo di grande fermento culturale e sociale. Le mostre promosse dal MACRO avranno come obiettivo quello di restituire luce all’arte italiana degli anni Ottanta: su una parete vengono esposte due opere, una appartenente al periodo storico e l’altra a quello più recente così da rilevare le trasformazioni artistiche degli anni presi in esame.
L’artista impegnato in questo secondo appuntamento è il pesarese Luigi Carboni, il quale attraverso l’uso del monoscromo dà vita ad un universo simbolico fatto di oggetti che si pongono all’interno di tele astratte: l’artista crea un legame con la componente ludica della nostra esistenza fatta di rischio e gioco.
Operativo sin dai primissimi anni Ottanta, Luigi Carboni si avvicina alla mente dello spettatore dei suoi quadri attraverso un’arte che tende a celebrare lo sperimentalismo creativo dei suoi anni, riscontrabile nelle due opere che vengono presentate al pubblico, ovvero Prima prova (1989) e Nero ombrato (2004-2008).

Prima prova, ovvero una doppia tela grigio argento, si presenta allo sguardo dello spettatore Sono_tornati_gli_anni_Ottanta2come un piano finemente decorato da immagini che rendono difficile qualsiasi tentativo di interpretazione o decodifica; in Nero ombrato invece il dado da gioco poggiato su una mensola rivela l’ambiguità della notte e dell’elemento ludico della nostra esistenza.
La sensazione che ne deriva da un simile confronto tra l’arte del passato che si prospetta su quella del presente, si lascia ben catturare dalla lucentezza e dalla sinuosità delle forme, che si incastrano sulla tela e nella mente dello spettatore in cerca della distanza giusta con cui guardare le due opere esposte.
Il passato ed il futuro si confrontano attraverso l’arte e questa ancora una volta sembra restituire un senso alla storia del genere umano. In tal senso, le opere di Lucio Carboni rappresentano forse una scommessa sul futuro dell’arte italiana partendo da un passato non troppo lontano da rivalutare positivamente.

Eva Di Tullio

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