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F. Fascetti, E intanto il mare sta a guardare

F.Fascetti_Mare

F.Fascetti_MareLIBRI- Alla carriera di francescanista medievale, Federico Fascetti, accompagna questo suo primo lavoro letterario, E intanto il mare sta a guardare, della Fermento Editore, in cui dimostra di saper usare le parole, saperle dosare, anche di fronte ad un argomento difficile di cui hanno scritto in tanti.

Davide ha trentuno anni, vive a Roma e corregge gli errori altrui in un giornale di quartiere, ma aspira, forse, a fare il professore. Ad Anzio, Diego va ancora a scuola e gli errori, invece di correggerli, li commette. Quando Davide, pieno di buoni propositi, ma sfornito di idee sul come metterli in pratica, viene inviato nel liceo di Diego come supplente, tra i due nasce un rapporto possibile soltanto sulla carta: la scrittura sarà infatti il mezzo scelto da Diego per raccontare al professore la sua storia, una storia di provincia, di strada, di vite infrante nel giro di una sola, cruciale estate. La scrittura si fa catarsi per Diego, e Davide, spettatore attonito, si lascerà trascinare alla scoperta della faccia nascosta dietro il perbenismo della scuola, del preside, dei colleghi professori, seguendo fino in fondo il dipanarsi di una vicenda che lo cambierà nel profondo e lo costringerà a guardarsi dentro alla ricerca di risposte a domande delle quali, fino ad allora, aveva ignorato perfino l’esistenza.

Le pagine scorrono veloci quando ci si avvicina all’opera prima di Fascetti, il lettore viene catturato dallo stile informale, quasi colloquiale, del protagonista e finisce per partecipare attivamente alla storia che gli si para davanti pagina dopo pagina, una storia che cattura e che lascia la sensazione di non voler smettere di leggere. Non è tanto ciò che viene raccontato a farla da padrone, o forse anche questo: è la storia di un giovane come tanti, Davide, che, come tanti, combatte per trovare la sua strada nella vita a dispetto di una società, la nostra, che non lascia scampo ai sogni e non regala possibilità. L’altra, la storia di Diego, è quella del male di vivere, è quella del futuro, anche qui negato, soprattutto a chi si ritrova a vivere delle realtà brutali, che apparentemente sembrano sempre lontane da noi, ma in realtà sono più vicine di quanto si creda.
L’idea di dividere in due parti il romanzo, in cui la prima è uno spaccato della vita dell’uno e la seconda il racconto della vita dell’altro, personaggio sempre un po’ evanescente, evidenzia ancora di più le differenze sostanziali tra chi lotta e chi ha deciso di mollare, senza porli mai in antitesi, piuttosto sviluppandone l’umanità nascosta.
Lo stile di Fascetti è corretto, scorrevole, coinvolgente, delicato, ma non aulico, debordante. Asciutto e crudo nei passaggi fondamentali, è alimentato da una buona conoscenza della lingua italiana e da un uso sapiente della punteggiatura, oltre che da una innegabile umanità che ne evidenzia le capacità di introspezione.
Da leggere sicuramente.

F. Fascetti, E intanto il mare sta a guardare, Fermento Editore, pag. 195, € 14

Edyth Cristofaro

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