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Più Libri Più Liberi: l’editoria in cifre tra riflessioni e speranze

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2009: un bilancio in crisi?

0193_PiLibri_follaStands2Il dibattito è stato aperto dai dati sulla produzione editoriale forniti dalla Nielsen Book Scan, che per l’anno in corso ha registrato nei primi sei mesi un calo del 2%, completamente ribaltato nei sei mesi successivi. Una momentanea inspiegabile pazzia? Assolutamente no, spiega Marco Polillo dell’AIE (Associazione Italiana Editori), poiché il periodo di riferimento è proprio quello in cui la crisi è esplosa facendo registrare un segno meno a praticamente tutte le attività produttive. Dopo il panico generale, si è insomma tornati ai livelli precedenti.
Chi sostiene la crescita generale del mercato sono i piccoli editori: per intenderci, esattamente quelli presenti all’interno della fiera romana. Da soli sostengono l’80% del mercato grazie al maggior numero di titoli editi rispetto alle grandi e grandissime case editrici. Scopriamo con sorpresa che Voland e Newton & Compton hanno coperto, da soli, quasi il 100% delle vendite grazie alla moda dei vampiri con la saga Twilight e Il diario del vampiro. I vampri hanno dato sangue all’editoria! Polillo commenta che evidentemente questi editori hanno avuto il fiuto giusto inserendosi dove esisteva un vuoto e andando incontro alle richieste dei lettori giovani, soprattutto. Tolta la moda del vampiro, però, un boom vero e proprio – va detto-  non c’è stato. L’editoria non naviga mai in ottime acque, ci tiene a sottolinearlo, e lotta continuamente, anche se i grandi gruppi possono contare sugli introiti di giornali, riviste e pubblicità. Se il mercato del libro nonostante la crisi ha tenuto, ciò dipende dal fatto che non venga considerato un bene di lusso e dunque risulta meno sensibile al cambiamento del comportamento economico delle famiglie. Insomma, se dell’ I-Pod o di altri aggeggi tecnologici si può fare a meno, al tradizionalissimo libro di carta i lettori non rinunciano.

Ultimo punto sulle vendite rguarda il canale, cioè dove avviene l’acquisto. Nell’era di Internet 09_IMG_5751sembra che la libreria la faccia ancora da padrona, nonostante un lieve calo e sebbene le catene stiano falcidiando quelle indipendenti. Le librerie on-line, comunque, registrano aumenti non indifferenti.
Arriviamo alle note dolenti: i dati sulla lettura in Italia. L’Istat ha rilevato una sostanziale crescita sia del numero complessivo dei lettori (chi legge almeno un libro in un anno) sia dei lettori forti (chi legge almeno un libro al mese). I lettori totali sono comunque soltanto il 45,1% della popolazione italiana, percentuale che non si accorda affatto con la vitalità dei piccoli editori: l’offerta è spropositata rispetto alla domanda. I lettori forti, poi, non arrivano a 4 milioni nonostate siano aumentati di due punti percentuale rispetto all’anno passato (dal 13 al 15%). Se pensiamo che nel 2008 i volumi sul mercato erano 235 milioni, tutto sommato questo aumento rappresenta una magra consolazione. L’andamento dal 1995 ad oggi è comunque quello di una lenta ma costante crescita del popolo dei lettori. È interessante notare che questa sia parallela a quella dell’uso di Internet, notizia che smentisce tutti gli apocalittici che anni fa vedevano nella Rete il più temibile competitore, se non il killer, del mercato del libro.

Francesca Paolini

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