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Etruscomix: quanto ne sapete sugli Etruschi?

diegociorra
[STREAP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraGli Etruschi sono considerati un popolo intorno al quale ancora troppo poco è stato svelato, ma forse in parte dipende anche dallo scarso spazio che i libri di storia gli dedicano, un paio di paragrafi prima di immergersi nella gloriosa ascesa di Roma.

Se foste interessati a colmare questa lacuna, dal 30 giugno fino al prossimo 25 ottobre, il Museo etruscomixNazionale Etrusco di Villa Giulia propone al pubblico Etruscomix, mostra-evento ideato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria meridionale, realizzato con la partecipazione della Regione Lazio, ed organizzato da Civita e Napoli COMICON.
I sei fumettisti coinvolti nel progetto sono stati primi ad immergersi anima e corpo in questi luoghi, in una specie di ritiro spirituale, necessario per catturare nei propri disegni le bellezze di un territorio ricco di storia e suggestioni, l’Etruria; i disegnatori infatti hanno concentrato la loro attenzione su tre luoghi, il Museo di Villa Giulia, la Necropoli della Banditaccia di Cerveteri e la Necropoli ed il Museo di Tarquinia, immergendovisi anche fisicamente per più giorni, e da questa esperienza sono nate le idee che hanno ispirato le storie inedite le quali, durante il periodo dell’iniziativa, verranno raccolte in un volume presentato e commercializzato dall’editore Black Velvet nella collana Altrevisioni.
I racconti rievocano con stili e spunti narrativi differenti la vita ed i costumi del popolo etrusco, come se fossero le coordinate con cui tracciare un percorso attraverso gli aspetti fondamentali della loro civiltà, dalla religione, all’eroismo guerriero, alla spiccata manualità. Al centro delle storie sono gli stessi reperti archeologici del Museo, diventati spunti di partenza da cui muovere per approfondire la conoscenza degli antichi Etruschi.

Paolo Parisi e Marino Rei scelgono entrambi di ispirarsi alle cronache di un viaggio in Italia compiuto dallo scrittore inglese David Herbert Lawrence, l’autore de L’amante di Lady Chatterley, raccolte nel 1932 nei Paesi Etruschi. In Viaggio, Parisi ambienta il racconto nel 1927 a Cerveteri e sceglie per protagonista un turista britannico che possiamo intuitivamente considerare lo stesso Lawrence;  in Partenza invece, Rei descrive la mistica esperienza di un altro viaggiatore, che trascorre alcuni mesi nelle stesse terre e si ritrova alla fine del soggiorno cambiato dai posti visitati. Nelle sue tavole scandite in 3 lunghe vignette orizzontali e scavate da decise linee di pennarello nero, Rei comunica l’inquietudine e il senso di smarrimento che le necropoli etrusche gli hanno trasmesso.
Più solare e dionisiaco lo spirito del racconto Adonie, di Alessandro Rak, che decide di ispirarsi alle celebrazioni che si tenevano nei giorni della canicola, a luglio, presso la necropoli di Cerveteri. Il nome delle feste deriva dalla figura mitica di Adone, l’uomo bellissimo conteso tra le dee ma alla fine ucciso da un cinghiale. In suo onore presso la necropoli sembra che si svolgessero balli e riti religiosi che sfociavano in estreme situazioni orgiastiche e in una di queste movimentate e lussuriose nottate si ritrova anche lo sprovveduto tombarolo del fumetto di Rak, prima di accorgersi di aver solo sognato.

etruscomicx2Dalla terra di Morfeo si passa ad un futuro postbellico, attraverso le tavole di Francesco Cattani, che immagina una società sopravvissuta all’olocausto e costretta a rifugiarsi nei resti degli antichi regni etruschi, mentre l’azzeramento della tecnologia moderna impone la riscoperta delle antiche tecniche di fabbricazione. Michele Petrucci in Netsvis sceglie invece di far uso dei colori, a differenza di tutti gli altri colleghi che hanno optato per il bianco e nero, ed illumina le sue tavole del giallo ocra incontrato durante le sue passeggiate nelle campagne di Tarquinia, per illustrare le gesta di un sacerdote veggente, folgorato dalla visione del destino del suo popolo, che verrà presto annientato in guerra dall’esercito nemico. Anche l’ultimo artista della mostra, Claudio Stassi, decide di evitare i parallelismi tra presente e passato storico, ambientando il suo racconto, Etruria, durante il regno etrusco, e riesce nel compito di illustrare in sole 8 tavole un episodio compiuto, ed in parte anche più significativo degli altri. E’ la storia di un vaso appena realizzato, che una giovane donna e suo figlio trasportano fino alla tomba del marito morto in battaglia a Cuma, per glorificarne il sacrificio che lo ha reso immortale nel ricordo del suo popolo, pur sottraendolo all’affetto della famiglia. 

Sicuramente l’esposizione delle tavole disegnate si giova della scelta degli organizzatori di non confinarle in una sala del Museo, ma di disporle lungo il percorso che tutti i visitatori compiono nell’edificio, come fossero uno strumento in più a disposizione del pubblico per addentrarsi nei misteri del mondo etrusco. Non si possono ammirare i lavori a fumetti senza soffermarsi sui manufatti di origine antichissima, sui resti dei bassorilievi o la foltissima collezione di monili in oro e bronzo che sono pervenuti fino a noi. Non è un caso  che a valorizzare il lavoro compiuto dagli artisti ci sia stato anche il coinvolgimento del grande Milo Manara, che ha realizzato per l’occasione una tavola divenuta il manifesto simbolo della mostra, il cui originale è collocato accanto al famoso Sarcofago degli Sposi, che insieme all’Apollo di Veio è l’attrattiva principale del Museo.  Ma oggi, grazie anche a Manara e gli altri, le porte verso il mondo dimenticato degli etruschi si sono aperte per me e chissà quanti altri, che finora avevamo visto queste opere solo in un breve paragrafo del libro di storia.

Diego Ciorra

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