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VII serata MArteLive 2008: il nuovo Morgan

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Ancora l’asse Genova-Napoli

La fotografia è da sempre l’arte di saper cogliere i particolari, ma devo dire che i fotografi della penultima serata dell’edizione 2008 del MArteLive sono stati particolarmente cavillosi.
Quello che più colpisce dei fotografi partecipanti, al concorso di quest’anno, è che la maggior parte di loro ama lo scatto puro: il lavoro di post produzione è minimo.
È difficile pensare che con una possibilità di tecnica avanzata questi giovanissimi fotografi disdegnino il lavoro al computer e prediligano produrre un’immagine semplice e reale. Un concetto di fotografia antico e di ricerca. Perché il loro impegno è quello della precisione tecnica che è l’anticamera del lavoro artistico.

Il napoletano Martin Errichiello, sottolinea in You haven’t seen elephants (yet) che quello che appare strano nelle sue foto invece è reale e concreto. Non sono necessari particolari “trucchi”, i nostri occhi si domandano della realtà e la reinterpretano perché la fotografia è sempre una manipolazione: la capacità di fissare un punto e solo un punto è il suo limite e il suo pregio.
La donna del Carnevale di Parigi non è una foto esplicita e chiara, ed ha bisogno di un gioco di rielaborazione mentale molto forte. Quello che si coglie sono squarci di visioni di un giovane che percorre la sua città, e gli occhi di un viandante curioso per le strade di Parigi. Cogliamo il percorso trasognato nella città d’oltralpe e la passività nelle prime foto su Napoli, cogliendo benissimo lo stato d’animo del fotografo.

Il particolare diventa davvero un assillo per la corregionale di Errichiello, Anna Benet, arrivata anche lei alle semifinali romane dalla selezione del MArteLive di Napoli. In quanto donna il suo è uno sguardo precipuo e preciso. In Spazio profondità tutto deve, per lei, essere osservato e riportato, perché il volume che occupa spiega la sua stessa esistenza e per questo merita di essere menzionato. Il suo progetto è a più ampio respiro ma diventa quasi un affanno perché gli ingrandimenti sono riproposti in minime dimensioni, il grande nel piccolo e così via. Un vero gioco mentale straziante.

Se i lavori di Anna sono dedicati al “particolare” anche di più lo è il progetto di Marcella Sabatini, Particolare. Il porto è l’ossessione di questa fotografa che è affascinata da un luogo che è un avvio ma che diventa anche una casa da scoprire perché lontana dai canoni prestabiliti, una casa che deve essere presentata e osservata, e non solo vissuta velocemente.
Questi tre fotografi hanno capito che un momento, un attimo immortalati possono diventare delle aspettative. Nelle loro foto si coglie la pazienza dell’osservatore attento e l’attesa e la volontà di imprimere la loro capacità di cambiare prospettiva per consegnare una sola visione, diversa e privata. Scatti semplici che si complicano solo nel messaggio finale, davvero elaborato.

(Rossana Calbi)

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