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MArteLive 2008 V serata: le nuove strade della sperimentazione

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Moda: perno per cambiare il malcostume

Il MArteLive nella sezione Moda&Riciclo sta portando avanti un progetto che vede nella moda il punto di partenza di un iter che ha noi come protagonisti del cambiamento perchè siamo noi che indossiamo e che rappresentiamo grazie alla moda la nostra volontà di rinnovo. Dopo il brutto tempo ritorna il sereno primaverile sotto le tende dell’Alpheus, e ritorniamo a gioire delle stelle. Nel mare dell’arte che è lo Spettacolo Totale incontriamo una sirena. A guardare meglio è un FALSO. Ilaria Facci ha voluto ingannarci e ci ha fatto sognare il mare per un attimo. Sul manichino le tante alghe che avrebbero vestito degnamente la Sirenetta, di cui scrisse Andersen, erano solo un’illusione. E da qui il FALSO che dà il nome alla linea di Ilaria. Si tratta infatti di pezzi di calze di nailon, tutte tinte in acrilico manualmente, che sono state trasformate in petali e congiunti per coprire, anche se non molto, il corpo femminile. Tutte le creazioni di Ilaria sono iperfemminili e di ricerca, la sua è una sperimentazione continua nell’utilizzo dei materiali. Scopre nelle buste della spazzatura la visione di un abito fetish e rende la plastica morbida e sinuosa per un boa che irretisce le spalle. Non sono certamente abiti portabili i suoi, molti “maschietti” però apprezzerebbero le gambe scoperte e i seni appena al sicuro da sguardi indiscreti.

La serata ha due “Valentine” all’appello, due sguardi del sud che hanno la capacità di andare oltre al provincialismo e dare un quadro nuovo della realtà meridionale. Il messaggio culturale diventa proiettivo quando è forte l’idea artistica nell’osservazione, mentre la coscienza che è al centro di ogni cambiamento deve essere presente con una volontà di fare e di dimostrare. La moda è più delle altre rappresentazioni artistiche il modo per consegnare agli altri una comunicazione immediata perché si subisce da fruitori e la si riconsegna senza dare eccessive spiegazioni, solo presentando noi stessi con gradazioni e sfumature. Per questo Valentina Cerasulo, con il suo brand Shitsville, ha creato una collaborazione tra giovani menti campane e ha gridato e dato colore rispetto a quella che è una convivenza forzata con il rifiuto. La sua è una risposta provocatoria a quella che è la condizione di molti giovani della sua terra. Una risposta che implica l’estro e lo sforzo mentale. Valentina vede nei colori sbiaditi di un vecchio zaino da campeggio il vissuto dell’oggetto e lo spiega nuovamente conservando la vita dello stesso facendo percorrergli nuove strade, magari più frivole. La gonna a palloncino è certamente un capriccio che rende morbida l’idea cyberg della pettorina resa dalla trasformazione della spalliera. Valentina ha un’attenzione vera alla femminilità perché il suo è un abito multi misura in base alle trasformazioni del corpo femminili, noi donne come il mondo che ci circonda siamo in continua evoluzione e abbiamo bisogno di adattarci alla realtà anche con strumenti duttili per la nostra corsa. Non a caso tra le donne è maggiore l’interesse al riciclo e al riuso. Il pragmatismo femminile però è di difficile distacco dall’attenzione all’estetica, ecco perché questi abiti rispondono a pieno alle nuove esigenze della donna.

Per una donna è fondamentale trovare nuove risposte a domande della quotidianità in quanto non sempre quello che è superato è parte di un cammino concluso. Tutto ci può ricondurre a nuove strade. Ricercando nell’artigianato e nel concetto di risparmio, tipico della mulier oeconomica, Vatalù, la seconda Valentina della serata riprende in mano ago e filo, come le aveva insegnato la nonna, e combina gli ingredienti di una buona conoscenza artistica e uno sguardo mitteleuropeo dando nuova vita a tende e copridivano. Il suo è un risparmio totale, anche la colla, per realizzare gli inserti della sua borsa, è prodotta in loco, su un semplice fornello da campeggio. Valentina ha la passione calabrese che si stupisce e si arricchisce della vita berlinese e pretende una dignità artistica a quello che sono i materiali considerati poveri come la carta e le stoffe destinate al pattume.

I materiali del post-consumo non possono e non devono continuare ad essere distrutti. Lo sforzo deve essere nella capacità del riutilizzo e solo la fantasia degli artisti può vedere oltre immaginando una creazione dal “brutto”. La sensibilità dell’artista sa leggere oltre il bisogno e l’esigenza riscoprendo la bellezza. Le basi di una cultura dell’estetica sono necessarie come la disponibilità alla conoscenza per individuare un percorso di crescita umana. Risulta fondamentale un supporto a chi impiega se stesso nella ricerca artistica. Il MArteLive ha scoperto questa nuova “perla” tra le arti e l’ha incastonata in un gioiello già prezioso.

(Rossana Calbi)

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