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MArteLive 2008. Inizia l’ottava avventura…

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Fotografia: Grazia distrutta, Grazia danzante e Grazia ricevuta

I primi tre fotografi in concorso al MArteLive menzionano il concetto di grazia attraverso le diverse “ottiche” del sentire.
Il concetto di sacro riportato fuori dal contesto cercando un modo per violare l’intangibilità e riportare un nuovo sfondo e un nuovo ambiente. Riconsegnare la sacralità al quotidiano dove è vissuta, dove viene persa e forse anche trovata.
Gli scatti di Gaia Carnesi (PGR), con una dispersione dei colori e degli oggetti, recuperano grazia anche dove si è sprecata.
Indiscutibilmente troviamo amabilità e delicatezza nelle Ballerine che danzano sulla carta baritata di Chiara Soldatini. Racconto classico, per questo necessario, di un grazia gentile e minuta, come i corpi delle piccole danzatrici che sciolgono i contrasti con qualsiasi bruttura. Una vecchia Nikon F2 e si torna a dispiegare, grazie alla bellezza dei granelli d’argento, la finezza della posa e la delicatezza del gesto.
La perfezione stilistica, rappresentata come l’apice dell’eccellenza, è immancabilmente prossima alla sua distruzione: Domenico Apruzzo, con i suoi Robot, esprime la grazia della tecnologia infranta perché l’immagine della distruzione è propria dell’arte come della forma. Dunque anche la creazione di esemplarità rivela poi il suo tragico destino: frantumazione inesorabile. Apruzzo usa i vezzi e la perizia della stessa tecnologia per profanarla e ridurla in frantumi.
Il fuoco su questi tre fotografi è senz’altro la diversa maestria per mettere in luce un’eleganza che si perde e si ritrova o su cui più semplicemente si può ancora agire.

(Rossana Calbi)

 

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