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II serata al MArteLive 2008

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Alessandro Mannina: la vita di un uomo tra luci ed ombre

Luci soffuse e colori sfumati, mentre un uomo cattura i raggi di luce per leggere un po’ di sé al pubblico affezionato del MArteLive. Un pubblico che ha stentato a capire il suo modo di scrivere, ma che solo i più attenti hanno saputo apprezzare e comprendere. Amicizie illegali, questo è il titolo del lavoro in versi di un giovane artista dei Castelli, Alessandro Mannina, il quale ci ha regalato la lettura di esseri alla ricerca di un proprio io vagando nell’architettura urbana, nei fitti cunicoli cittadini dove ogni incontro è come uno scontro con se stesso. Con la realtà quotidiana che nasconde la voce umana che vorrebbe vibrare fino a spaccare il mondo.

I suoi versi hanno spezzato le tre esibizioni teatrali della serata e ci hanno consentito di fare una riflessione tra ciò che abbiamo visto e ciò che la nostra mente immagina mentre Mannina legge i suoi versi. Una voce un po’ dark che non si confonde nel buio della notte ma che si apre a sfondi indecifrabili e dall’odore marcio. Un’amara consapevolezza di qualche cosa che si è spezzato, quell’equilibrio forse troppo fragile che ci tiene al mondo, ma con un futuro mai del tutto irrecuperabile.
La sua è una riflessione tragicomica delle nostre circostanze, del nostro modo di rapportarci agli altri esseri viventi e alle sfumature dei rapporti con l’ambiente circostante.

Non erano versi semplici da comprendere, nemmeno scontati, perché in fondo ognuno di noi ha provato anche solo per un poco la futilità e fugacità del nostro essere nel mondo contemporaneo delineato da false promesse e blocchi di incertezze.
Ho avuto il piacere di ascoltare Mannina e il suo tentativo di aprirsi al pubblico, non è un artista che si nasconde o che cade in facili tentazioni, ma neanche uno che rimane a guardare mentre qualcuno fuggiva via per non sentirsi addosso la voce della verità che si faceva spazio tra il mormorio e l’eccitazione per la serata letteraria e teatrale ormai avviata.
La serata era quella giusta, forse non il pubblico. Ma del resto nessuno è profeta in patria.

Sono sicura che il nostro caro Alessandro proverà a riconquistarci magari aggiungendo qualcosa in più al suo temperamento e alla sua voglia di comunicare tutto il mondo che respira dentro ad ogni essere vivente.
Mentre la luce svanisce dal viso di Alessandro sento che forse le sue parole meritano una pausa di riflessione prima che le danze dello spettacolo teatrale riprendano a muoversi sul palcoscenico in attesa. Taccio.

(Eva Di Tullio)

 

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