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Madcut: ago, filo e fantasia

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madcutlab4ROMA- Madcut nasce come una comunione di intenti tra due ragazze che si erano stancate di parlare di moda, di guardare la moda, di subire la moda, e hanno deciso di FARE LA MODA, nel vero senso della parola!

Infatti Silvia Arduino e Cinzia Dell’Omo disegnano e realizzano le loro creazioni ormai da due anni, collaborando con il mondo underground della moda, cioè con tutto quel panorama in forte espansione dei circuiti alternativi alle griffe altolocate e snob che spesso non hanno niente di nuovo o originale da dire, rimanendo legate alle leggi di un mercato che non hanno la voglia di sfidare, come invece fanno queste due ragazze.
Dai mercatini, alle sfilate nei vari locali di Roma adibiti in modo davvero riuscito a cuori pulsanti di madcuteventi modaioli, come ad esempio il Circolo degli Artisti, Madcut approda ad un laboratorio-negozio dove non solo si creano abiti, si modificano su richiesta, si riparano, si personalizzano, ma si da spazio ad altri giovani designers per esporre e vendere le proprie creazioni, spazio che altrimenti sarebbe difficile da trovare. Una piccola factory della creatività del costume che si adopera anche e molto per quanto riguarda il cinema, la televisione e soprattutto il teatro. Silvia e Cinzia ci raccontano come e perchè aprendoci le porte del loro mondo di ago, filo e fantasia.

Cosa c’è dietro Madcut, o meglio CHI c’è?
Madcut siamo io (Silvia Arduino) e Cinzia Dell’Omo, e lavoriamo assieme da tre anni. Ci siamo conosciuti al master di Giornalismo di moda dell’Accademia di Costume e Moda di Roma, e provenivamo da percorsi formativi diversi: Io ho studiato presso l’accademia Design di Moda e Costume, mentre Cinzia è laureata al Dams di Roma Tre. Da quando abbiamo iniziato a lavorare assieme abbiamo delineato il comune obiettivo il migliorare noi stesse professionalmente parlando, quindi cerchiamo di tenerci aggiornate seguendo corsi e workshop. Cinzia è instancabile, segue il corso di modellismo presso la Koefia dopo aver frequentato il corso di design di moda e costume a Romeur Academy. Io, invece, ho seguito il corso di sartoria individuale presso Romeur Academy.
madcut1La cosa bella del lavorare assieme a Cinzia è rendersi conto di come, sebbene siamo persone con mentalità, approccio alla vita, e capacità estremamente diverse, alla fine condividiamo dei valori comuni e le nostre differenze diventano in maniera estremamente fruttuosa, un modo per completarci vicendevolmente.

Qual è stata la fonte di ispirazione sia nel lanciarvi in questa avventura, sia nell’individuare un vostro stile?
Credo che quello che ci ha spinto a voler intraprendere questo mestiere, prima di ogni altra cosa sia stata la curiosità che entrambe nutriamo verso l’espressione di noi stesse attraverso l’abito.

L’ispirazione per creare il nostro stile arriva da ovunque la nostra attenzione si soffermi, di certo guardiamo ai grandi della moda italiana e non e alla storia del costume. La donna che ci piace vestire è una persona simile a noi, curiosa, consapevole della realtà e dall’animo delicato e gentile. Spesso ci è capitato di avere stimoli per lavorare su un abito dalla lettura di un libro, la visione di un film, l’ascolto di musica o anche dai avvenimenti reali e dai mutamenti della società. Il lavoro di stiliste di moda nel modo in cui lo intendiamo noi richiede attenzione e sensibilità alle tematiche dell’attualità, per questo abbiamo incentrato più di una collezione sul tema ambientale e sui mutamenti climatici.madcut2

Cosa fate praticamente, potreste descrivere un modus operandi nella creazione dei vostri abiti?
La cosa che preferisco del nostro lavoro è la fase iniziale, il brainstorming che facciamo sempre per dar vita ad una collezione. Cinzia ed io passiamo ore a dar forma all’idea da cui partire per teorizzare il lavoro. Ciascuna di noi mette a servizio della causa le proprie esperienze e conoscenze.
Poi iniziamo a dare una forma reale a tutto. Entrambe disegniamo i modelli, li discutiamo, scegliamo quelli che secondo noi funzionano meglio ed iniziamo a lavorare sul prototipo. Cinzia crea il modello su carta, lavorando sul manichino, e io lo confeziono sartorialmente.

L’approccio agli abiti di scena, che sia teatro o cinema o tv, influisce in qualche modo sulle vostre collezioni?
Si, la storia del costume è tra le cose che ci influenza di più a livello creativo. Rielaborare, cogliere dei dettagli e riproporli in maniera differente è un grande divertimento per noi. Questo inverno abbiamo avuto modo lavorare ad uno spettacolo chiamato “Seta e Cera” con scene ambientate in Cina, India e Messico, e per noi è stato fonte di grandissima ispirazione, oltre che un gran divertimento, immergerci in mondi lontani, viaggiare con la mente senza spostarci fisicamente. Il folklore, l’abito lavorato a mano artigianalmente, le suggestioni esotiche, costituiscono una base di partenza estremamente interessante da cui iniziare a lavorare.

madcut3Quanto la moda “di massa”, influisce sulla vostra creatività?
Direi molto poco! Lo stile che creiamo vuole essere senza tempo.
Più che sulla nostra creatività, la moda di massa influisce sulla risposta che il pubblico ha alle nostre proposte.
Abituati a quella che si può definire un fast fashion, fatto dalle grandi catene e di capi serializzati, e quindi con un basso costo finale, difficilmente viene apprezzato il lavoro sartoriale, lo slow fashion, attento a determinati canoni etici quali la provenienza dei tessuti e con un lungo lavoro concettuale manuale alle spalle.
Ma io sono ottimista, e credo che le persone prima o poi capiranno che la moda svanisce in una stagione mentre lo stile e un abito ben fatto durano in eterno.

Oltre agli abiti nel vostro laboratorio si possono trovare accessori, gioielli ecc, a cos’altro vi dedicate?
Il Madcut Lab Studio vuole essere una fucina creativa, senza per questo vivere in un mondo fatto di sole idee e uscire dal contesto di vita quotidiana e reale. Oltre a realizzare collezioni di abbigliamento, abiti su misura, accessori e costumi per teatro, cinema, curare il look musicisti e privati, fornire la nostra consulenza, noi cerchiamo di adempiere a tutti i servizi che gravitano madcutlab1attorno al tessuto. C’è capitato, per esempio, di occuparci della personalizzazione di abiti già esistenti, creare pezzi d’arredamento per il caffè letterario Mangiaparole, o, anche, in maniera più banale, di mettere mano a semplici riparazioni sartoriali.

Progetti per il futuro?
Abbiamo in cantiere la nostra collezione invernale e altri lavori di costume, ma, Come direbbe Cinzia “Finchè una cosa non è realizzata, di fatto non esiste, e quindi è inutile parlarne” e io  mi associo a questa sua concretezza!

Mikaela Dema

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